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Dal primo Gennaio 2012 è entrata in vigore l’Imposta Municipale Unica (IMU), che va a sostituire la vecchia Ici, cioè si reintroduce la tassazione sulla prima casa. Secondo, quindi, il cosiddetto decreto “Salva-Italia”, l’Imu dovrebbe garantire una certa liquidità sia agli Enti Locali sia allo Stato, considerato che la metà dell’importo riscosso dai Comuni dovrà essere versato nelle casse dello Stato.
Il problema fondamentale della nuova imposta è che andrà a pensare sui cittadini di ceto medio-basso, andando a peggiorare la situazione economica di molte famiglie che a stento arrivano alla fine del mese. I cittadini quindi saranno costretti a pagare un’imposta sulla propria abitazione, che con sudore e con anni di sacrifici sono riusciti a costruire.
Non pagare l’Imposta Municipale Unica, significherebbe violare una legge dello Stato ed incorrere, quindi, in sanzioni penali ma si può escogitare un modo per non pesare in maniera eccessiva sulle spalle dei cittadini. Secondo la normativa l’aliquota base da applicare è dello 0,4% per la prima casa e dello 0,76% sulle altre proprietà. Su queste percentuali, i Comuni possono abbassare o alzare l’aliquota ordinaria: per le prime case possono arrivare ad un massimo dello 0,6% e ad un minimo dello 0,2% per le altre abitazioni ad un massimo dell’1,06% e ad un minimo dello 0,46%.
Considerata, quindi, la discrezionalità degli Enti Locali, chiediamo al Sindaco Occhiuto di pensare alle fasce più deboli e applicare, quantomeno per le prime case, l’aliquota minima dello 0,2% in modo che molti cittadini, soprattutto chi ne ha più bisogno, si troverebbero a pagare cifre irrisorie e, in alcuni casi, anche a non dover pagare nulla.
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