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La notizia della giovane cosentina che giorno 4 aprile ha deciso di togliersi la vita dovrebbe farci riflettere e agire di conseguenza, il comunicato diramata dalla Mamma (alla quale va tutta la mia vicinanza), mette in evidenza come ancora oggi nel terzo millennio chi porta un cognome anonimo e crede nelle proprie capacità rischia di cedere di fronte ad una realtà triste e ignobile. Studiare, essere bravi, capaci e meritevole nella nostra Italia sembra appartenere ad un mondo di anormali.
Non è possibile che la classe politica non si interroghi e non reagisca a stretto giro per mettere fine a questo stato di cose. Occorre invertire la rotta immediatamente, se chi è capace non viene premiato per quello che è ma continua ad essere scavalcato dai soliti furbetti in nome di appartenenze o per influenze diverse la nostra Nazione potrà anche superare la crisi economica ma non riuscirà a diventare una Nazione veramente democratica.
Anche in questo caso siamo in presenza di atti di razzismo di avversione verso il diverso che apparentemente non dovrebbero esistere. L’affermazione della Mamma “aveva un cognome anonimo” suscita in me un senso di rabbia verso l’attuale assetto istituzionale che non consente a persone come la Giovane cosentina di vedersi restituire indietro il giusto riconoscimento per l’impegno, la passione e la dedizione per raggiungere la meta.
La nostra Italia sta vivendo dei momenti veramente drammatici, imprenditori che scelgono di farla finita dopo una vita di sacrifici e di duro lavoro, vedere il fiato sul collo con la scure delle ipoteche da parte di Equitalia che rappresenta lo Stato fa riflettere.
Questi tragici eventi dovrebbero suscitare in tutti noi uno scatto di orgoglio che ci porti ad inneggiare alla vita, non possiamo restare un attimo in più impassibili e inermi di fronte a tutto questo, il momento che stiamo attraversando richiede ad ognuno di noi un forte impegno proprio per non delegare agli altri il nostro futuro, per affermare che ogni persona non è solo un entità fisica sulla faccia della terra,ma rappresenta il centro.
I rappresentanti del mondo politico nazionale e calabrese dovrebbero a mio modesto avviso interrogarsi profondamente su quanto sta avvenendo, sforzandosi di trovare soluzioni idonee per garantire alle future generazioni un mondo più giusto, più equo e più meritocratico.
Voglio concludere questo mio comunicato, con un ringraziamento alla MAMMA, per aver avuto il coraggio di rendere pubblico oltre che il suo grande dolore l’ingiustizia della quale forse la propria figlia è rimasta vittima. Il Suo appello non dovrà restare lettera morta, i nostri giovani quelli che credono nella meritocrazia devono toccare con mano che l’Italia e nello specifico la Calabria hanno bisogno di loro.
Francesco Grandinetti:dirigente Nazionale Futuro e Libertà
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