Crisi Gdm, Omar Minniti (Prc): “Gli Enti locali devono seguire passo dopo passo le trattative sulla vendita dei segmenti aziendali”

Omar Minniti

Questo post é stato letto 18960 volte!

Omar Minniti
Stamattina si è svolta un protesta spontanea dei lavoratori della Grande Distribuzione Meridionale (Gdm): numerosi dipendenti hanno presidiato per lunghe ore il cancello della sede amministrativa di Campo Calabro, chiedendo certezze sullo stato di crisi in cui versa l’azienda ormai da mesi e rivendicando gli stipendi arretrati.
Sul posto si sono recati i sindacalisti Samantha Caridi (Filcams-Cgil) e Francesco Spanò (Fisascat-Cisl) e il consigliere provinciale Omar Minniti, che hanno raggiunto telefonicamente – per tramite di un addetto al management della Gdm – uno dei due commissari liquidatori dell’azienda, Piergiorgio Sacco (l’altro è Paolo Montesano). Quest’ultimo ha comunicato che il concordato preventivo è stato avviato, ai sensi del regio decreto 16 marzo1942 n. 267, in data 5 aprile e riguarderà il 46% dei debiti accumulati dalla Gdm verso i fornitori (inizialmente si parlava del 50%).
Tale atto sarà fatto pervenire in giornata – almeno così è stato assicurato dal Dott. Sacco – alle organizzazioni sindacali e a Prefettura, Regione, Provincia e Comune di Reggio Calabria. E’ stata comunicata l’avvenuta nomina di tre commissari giudiziali esterni, due commercialisti e un avvocato, con funzioni di coordinamento e controllo su tutta l’attività svolta dal debitore. Il commissario liquidatore Sacco ha, inoltre, annunciato che oggi stesso saranno bonificati ai dipendenti gli stipendi relativi al mese di aprile, nella misura del 40%, e che l’azienda si impegnerà ad erogare nei prossimi giorni anche le spettanze di marzo (inserite nel concordato), grazie ad un credito di 400 mila euro vantato con la Barilla.
Nessuna anticipazione è stata fornita sullo stato delle trattative con alcuni gruppi imprenditoriali reggini e calabresi, finalizzate a mettere sul mercato i singoli punti vendita gravitanti nell’orbita Gdm, né sugli impegni per mantenere invariati i livelli occupazionali. I prossimi passaggi che riguardano la tormentata vicenda della Gdm dovrebbero essere due: la convocazione dell’adunata dei creditori, che ha la facoltà di accettare o meno la la proposta di concordato, e l’avvio da parte dell’azienda delle procedure per l’accesso alla cassa integrazione.
Procedure, queste, di certo non indolori, che in ogni caso devono essere concordate con le organizzazioni sindacali. “Finora la Gdm ha disatteso tutte le promesse fatte presso il tavolo di trattativa in Prefettura –dichiara il consigliere Omar Minniti – visto che non è avvenuta l’erogazione degli arretrati nei tempi pattuiti, né sono stati forniti alle controparti ragguagli sul concordato preventivo. Tale atto dovrebbe essere pubblico ed in possesso delle controparti, ma a tutt’oggi queste sono state impossibilitate a visionarlo.
La preoccupazione resta alta, alla luce della notizia della messa in vendita di Porto Bolaro ad un gruppo di imprenditori di Lamezia e delle incertezze che riguardano il futuro di tutti i lavoratori del gruppo”. Inoltre, secondo Minniti, “non è stata ancora fatta piena chiarezza sui motivi che hanno generato una crisi di tale entità, che ha colpito un’azienda finora considerata solida e quasi monopolista della grande distribuzione nel Reggino”.
Ciò che va evitata, a detta del consigliere provinciale, “è la guerra tra poveri, il tentativo di dividere i lavoratori e metterli gli uni contro gli altri: dipendenti storici contro quelli assunti in periodi più recenti, maestranze dei punti vendita contro amministrativi, ecc. Occorre, invece, rafforzare l’unità sindacale e creare un fronte comune con le istituzioni e le forze sociali reggine: il nostro territorio non può accettare la perdita di altri posti di lavoro ed un ulteriore impoverimento del tessuto produttivo.
A tal fine, gli enti locali – conclude Omar Minniti – devono seguire passo dopo passo le trattative sulla vendita dei segmenti della Gdm, caldeggiando l’acquisto da parte di una cordata unica e scongiurando il pericolo di esuberi, nonché quello di consegnare i lavoratori in balia di gruppi imprenditoriali inadeguati e poco trasparenti”.

Questo post é stato letto 18960 volte!

Author: Cristina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *