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Il decreto Sblocca-Italia, convertito definitivamente in legge dal Parlamento il 5 novembre scorso, è un autentico “mostro” politico e giuridico, che tradisce lo spirito neoliberista che anima l’azione del Governo in carica e che prova come nel nostro Paese il Parlamento sia ormai ridotto a mero simulacro della democrazia. Con il decreto licenziato, che anticipa soltanto di pochi mesi la riforma costituzionale del Titolo V, l’Esecutivo e la maggioranza che lo sostiene sferra un vero e proprio attacco ai beni comuni, all’ambiente, alla salute, alla volontà e agli interessi economici dei cittadini, allo scopo di corrispondere alle richieste di pochi Stati membri dell’Unione e al fine di salvaguardare gli interessi privati delle grandi lobbies. Esso apre ad un modello di sviluppo economico non più sostenibile, che fa compiere all’Italia un salto indietro di cent’anni. Speculazione edilizia, corruzione, inceneritori, inquinamento, trivellazioni, progressiva dismissione del patrimonio pubblico: questo è il futuro che ci attende!
Quali candidati alla Presidenza delle Regioni Emilia-Romagna e Calabria ci dissociamo decisamente dalle politiche nefaste portate avanti da questo Governo e, coerentemente con il nostro programma elettorale, ci impegniamo, sin da ora, a promuovere il ricorso dinanzi alla Corte Costituzionale entro i sessanta giorni previsti a partire dalla pubblicazione della legge di conversione, al fine di denunciare lo svuotamento dei poteri delle Regioni e degli Enti locali operato dallo Sblocca-Italia; ci impegniamo, inoltre, a considerare seriamente il referendum abrogativo, che, attraverso i nostri candidati al Consiglio regionale, potremmo utilizzare, così come ogni altra azione legale, che possa essere utile a fermare lo scempio in atto”.
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