Attacco parlamentare dei Cinque Stelle contro il rigassificatore di Gioia Tauro

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Il 4 aprile una pattuglia di ben 37 deputati ha firmato e presentato un’interrogazione ai ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, di iniziativa della giovane deputata calabrese Dalila Nesci (M5S). L’atto mira alla sospensione della procedura amministrativa, in attesa del parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. I Cinque Stelle lo pretendono a tutti i costi, stavolta per le vie parlamentari.

I deputati Cinque Stelle avevano partecipato nelle scorse settimane a un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, sottolineando l’esigenza di sicurezza e salubrità dei territori. In quella sede avevano insistito sul fatto che “il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici deve avere, in quanto organo terzo, l’ultima parola”, nonostante che il parere in questione sia stato reso eventuale con il Decreto Sviluppo 2012.

Secondo i Cinque Stelle, che stanno lavorando uniti con i comitati della Piana di Gioia Tauro e con le tante associazioni in campo, il progetto del rigassificatore non fornisce garanzie di sicurezza. “Grazie all’approfondimento dei comitati civici – precisano i Cinque Stelle – sono emersi una serie di punti molto critici, a partire dalla mancanza della Valutazione ambientale strategica e di una polizza fideiussoria che garantisca l’impegno della società Lng”. “Per quanto abbiamo ricostruito, si tratta di un’opera inutile – spiegano i deputati Cinque Stelle – che procurerebbe danni all’ecosistema e non darebbe quell’occupazione e quello sbocco industriale promessi sulle carte”.

La deputata Nesci sottolinea, poi, che “la richiesta di referendum presentata dal Comitato di San Ferdinando fu rigettata sulla base di un presupposto sbagliato, sicché la popolazione non fu effettivamente sentita”. Nell’interrogazione appena presentata, oltre alla sospensione della procedura amministrativa fino al pronunciamento del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, i deputati Cinque Stelle chiedono ai ministri dello Sviluppo e dell’Ambiente se non ritengano “necessaria una consultazione delle popolazioni interessate, finora esclusa per il Comune di San Ferdinando”.

Ancora, i Cinque Stelle domandano ai ministri di rispondere sulla mancanza di “garanzie fideiussorie previste dall’art. 18 punto 6 della Legge 84/94”. Chiedono, poi, di riferire sull’assenza, all’atto della concessione demaniale, “di certificazione antimafia”, questo proprio “in un territorio a forte condizionamento come la Calabria”. Nesci, promotrice dell’interrogazione, afferma: “Continuamo con gli interventi parlamentari, al di là delle sigle politiche, e lavoriamo per mantenere l’unità, necessaria, del fronte del no”.

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Author: Cristina

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