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Non si può che prendere atto con soddisfazione del miglioramento dei dati nel 2010 sul disavanzo della Sanità in Calabria, così come comunicato dal generale Luciano Pezzi, sub commissario per l’attuazione del Piano di Rientro, ma contemporaneamente non si può fingere di non vedere l’assenza dell’approvazione del bilancio da parte dell’ASP di Reggio Calabria, Azienda già Commissariata per infiltrazione mafiosa, e sulla quale grava il reintegro del precedente direttore generale, come da provvedimento del Tribunale del Lavoro.
Azienda Sanitaria Provinciale, quella di Reggio Calabria, dove nonostante il disavanzo vengono modificate le linee guida degli atti aziendali, in modo da poter continuare a dare incarichi a politici e parenti. Azienda Sanitaria Provinciale i cui atti non garantiscono sicuramente il diritto alla salute, quale bene primario, a tutti i cittadini. Azienda Sanitaria Provinciale che avendo effettuato “tagli” senza alcun criterio, consente che rimangano in pieno degrado le poche strutture ospedaliere rimaste, così come appare il complesso sanitario di via Padova in Reggio Calabria.
E’ inaccettabile rimanere impassibili di fronte all’enfasi con la quale vengono annunciati i dati del disavanzo, nel mentre nulla viene fatto per uscire dalla dannosa situazione emergenziale in cui versa la sanità in Calabria e che pesa indiscriminatamente su tutti i cittadini privati della garanzia di vedere assicurato il loro diritto alla salute.
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