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Ritengo non si possa rimanere silenti o impassibili innanzi all’ondata di scioglimento di consigli comunali per infiltrazioni mafiose che nelle ultime settimane sta coinvolgendo realtà delle province di Reggio Calabria e della Liguria, a dimostrazione delle collusioni che la ‘ndrangheta è riuscita a crearsi con gli Enti Locali, ma con le Istituzioni tutte.
L’encomiabile lavoro profuso dalla Magistratura e Forze dell’Ordine reggine ha sicuramente intaccato l’area militare delle cosche della ‘ndrangheta, ma lo scioglimento di Enti Locali per infiltrazione mafiose e le commissioni d’accesso attualmente operanti in altri Enti, tra i quali il Comune di Reggio Calabria, sono sintomatici della nuova pericolosa capacità di mimetizzazione dell’organizzazione criminale calabrese.
Fermo restando che non ci sottraiamo dall’immaginare che molte collusioni vengono attuate da funzionari e dipendenti e, quindi, dal personale amministrativo dei vari Enti, non possiamo concepire una politica “sorda, cieca e muta”, risveglia, solo a parole, quando arrivano gli interventi giudiziari o amministrativi, per poi ripiombare nel “sonno” utile ad acquisire posizioni di potere.
Credo sia giunto il momento di sollecitare le singole comunità alla “partecipazione attiva” utile a spronare il mondo politico verso quella responsabilità, finora pressoché assente, ma necessaria ad estirpare collusioni e malaffare.
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