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di Stefania Rota
Un clima, quello del 1° Congresso Regionale di Futuro e Libertà per la Calabria, che ha determinato la più degna e rispettabile conferma dell’Onorevole Angela Napoli, anima del FLI in Calabria, a Coordinatrice Regionale del partito. Un clima di unanime compiacimento, di sostanziali e sostanziosi consensi che non potevano che determinare il naturale posizionamento dell’Onorevole a vertice ovvio e indiscusso di Futuro e Libertà nella nostra regione.
E chi se non lei, avrebbe potuto meglio incarnare la Legalità, il senso della Giustizia, la lotta alle mafie, l’Amore per la sua terra, l’amore sentito e diffuso da una Donna che non si è mai rassegnata all’idea che per noi non ci possa essere altro destino che quello della corruzione, del clientelismo, dell’illegalità.
La relazione della Coordinatrice ha ripercorso un arco di tempo che parte dalla nascita di Generazione Italia, alla sua evoluzione in Futuro e Libertà per l’Italia, fino alla celebrazione dei congressi provinciali; ha tracciato una puntuale descrizione del prossimo organico regionale dando l’indicazione della linea politica. Alla relazione si sono succeduti una serie di interventi che hanno mostrato un popolo futurista calabrese entusiasta e pieno di energie messe al servizio del partito.
Il contesto regionale che pur richiamava l’attenzione su problematiche inerenti il territorio, il quadro politico locale, le situazioni interne al FLI in Calabria, non ha escluso attente riflessioni sulla situazione politica nazionale, europea, mondiale, che allarma tutti i cittadini italiani.
Da calabrese, ancor prima che da italiana, ho espresso anch’io il mio punto di vista su quelle che dovrebbero essere le più opportune ipotesi di soluzioni che il Governo dovrebbe adottare per rialzarsi dalla crisi con la quale il Paese combatte ormai da quasi un decennio.
Il momento in cui si è iniziato ad averne percezione è il 2004. Parlo della percezione che ne ho avuto io da imprenditore di una azienda sana che continua, anche in questo momento culmine della crisi stessa, ad essere solo spettatrice di uno scenario terrificante.
In realtà sono anni che in Confindustria nelle varie riunioni cui ho partecipato da componente della Commissione Mezzogiorno si parla di come affrontare la crisi.
Per la globalizzazione in atto, ci si suggeriva l’aggregazione tra imprese, unica soluzione per fronteggiare il sistema Mondo.
Forse per quel senso tutto pratico degli imprenditori e per quell’attitudine naturale all’organizzazione, parlavamo di problemi totalmente invisibili agli occhi dell’andato Governo!
Qualità e sottolineo “qualità” quelle degli imprenditori che immaginavamo strutturali di un Presidente del Consiglio imprenditore che, invece, ha negato l’esistenza stessa della crisi evitando soluzioni che sarebbero state utili al Paese per non ritrovarsi nel baratro di oggi.
E la cosa che è più triste è che molti non ne hanno la reale contezza: mi riferisco a tutti quelli che, presi dalla vita quotidiana, dal lavoro e dalle necessità della famiglia, non hanno neanche il tempo di pensarci alla crisi; a tutti quei ragazzi fra i tredici e i sedici anni, che non avranno le stesse nostre opportunità e possibilità.
Ma perché quella di oggi è una crisi diversa, di proporzioni macroscopiche? Indubbiamente, perché la crisi di oggi non è solo una crisi economica, ma è insieme crisi di valori e crisi della politica.
Una crisi vissuta nella più totale confusione da parte di tutti, in quanto generata proprio dal venir meno di tutti quei riferimenti valoriali, che nel corso dell’ultimo ventennio sono completamente scomparsi dalla vita di tutti noi, degradante processo cui il berlusconismo ha dato un sostanziale contributo.
Un governo quello di Berlusconi che si è concentrato sugli interessi personali del suo presidente, sui suoi processi, sulla tutela del suo patrimonio.
Un Governo che avrebbe dovuto imporre una maggiore tassazione a chi ricava rendite dai propri patrimoni, ha invece fatto sconti e che sconti! a chi ha evaso il Fisco portando capitali all’estero, “imponendo” una tassazione del 5% laddove ne avrebbe dovuto ricevere il 40% (uno sconto del 35%! La Germania per il rientro dei capitali ha imposto il 20%).
I valori che intendo sono i valori della famiglia, del lavoro così come era inteso da Weber (il lavoro che valorizza l’individuo), valori della politica, valori nella gestione di una professione.
Parlo di valori, perché è il venir meno di un’etica e di una sana morale che ha generato le azioni di quei manager che hanno scatenato lo scenario attuale creando sistemi virtuali di ricchezza che hanno catapultato il mondo nella povertà e, senza voler esagerare, all’autodistruzione.
Sono più che convinta che sia necessario tornare alla vita reale. La ricchezza deve essere generata dai consumi reali, da produzioni reali; non può derivare da un sistema virtuale, perché i sistemi virtuali generano pseudo economie e le pseudo economie determinano i fallimenti dei sistemi sociali.
Nella mia analisi, la crisi economica deriva dalla crisi di morale, dall’imbarbarimento dell’uomo, che oggi più che mai, ha necessità di fare qualche passo indietro.
Perché crisi della politica? Ma perché la politica si è asservita a questo tipo di sistema! Fare politica ha ad oggi significato occupare un posto di potere che garantisce vantaggi, benefici e privilegi (Weber: bisogna vivere per la politica, non di politica).
Da ciò la crisi del cittadino, che non crede più in niente, e soprattutto non crede più nella politica e nei politici.
Ci aggrappiamo al Governo Monti, sperando che possa risolvere i problemi che da qui a qualche mese il Paese si troverà ad affrontare e quelli irrisolti del Governo Berlusconi.
Una cosa è certa: la Calabria e il Mezzogiorno possono, anzi rappresentano quell’area del territorio nazionale sulla quale bisognerà puntare, perché quella che può dare il maggior contributo alla riduzione del Debito Pubblico. E’ il nostro PIL che deve risalire (fermo a 60 anni fa’) e determinare la crescita il PIL nazionale; è il Sud sul quale si deve investire: sul nostro turismo, sulle nostre aziende, sui nostri giovani, sulla nostra cultura, sulle professionalità che emigrano in cerca di lavoro.
Occorre, dunque, dare al Sud e alla gente del Sud, il peso che meritano per avere avuto una cattiva politica e pessimi politici; per avere da 150 anni il grosso fardello del fenomeno mafioso. Bisogna aiutare il Sud a decollare mettendo al centro proprio le imprese i lavoratori le famiglie i giovani le donne, che sono le prime ad essere schiacciate da questa malsana situazione.
Bisogna tornare ad un sistema incentrato sulla meritocrazia, eliminando i privilegi e le caste.
Bisogna combattere l’illegalità e la corruzione quali soli veri fattori frenanti della nostra economia.
E il FLI, che è nato proprio per un senso di responsabilità verso il Paese, si candida a ridare valore alla politica, si candida ad essere parte sostanziale nel processo di ristrutturazione del Paese; perché Futuro e Libertà è stato determinante nella azione che ha portato alla destabilizzazione di questo sistema malato e si compone di uomini e di donne che sono convinti di voler realizzare un progetto: il progetto di una nazione forte, libera, democratica, accogliente, che tutela l’ambiente, la famiglia, il lavoro, le donne, le sue imprese, i suoi giovani, che promuove il merito e la giustizia sociale, che combatte l’illegalità.
E il FLI deve crescere ancora qui, in Calabria, dove grazie ad Angela Napoli ha preso corpo e dove grazie al contributo di tutti voi, di tutti noi, è arrivato in ogni area del nostro territorio.
Ma il nostro obiettivo deve essere ancora più ambizioso: dobbiamo arrivare laddove non siamo ancora! In quei centri dove non è possibile creare un circolo cittadino, bisogna creare un circolo di comprensorio, e non perché siamo per i localismi, tutt’altro! ma perché siamo convinti che bisogna partire dal territorio e dalla conoscenza dei problemi del territorio, perché il Nazionale trovi soluzioni e stabilisca linee politiche.
Ci aspetta un grande lavoro! C’è da dimostrare alla gente che il popolo di Futuro e Libertà nulla ha a che fare con i vecchi schemi, quegli stessi schemi che hanno generato lo sfacelo dal quale dobbiamo risollevarci.
Futuro e Libertà nasce per essere un grande partito, perché nasce da un grande politico, da un uomo che ha dimostrato di avere spina dorsale!
Fini ha inventato Futuro e Libertà regalandoci un sogno; Angela Napoli ci ha fatto credere che anche da noi in Calabria quel sogno può essere realizzato. A tutti noi il compito più difficile: realizzare il grande partito che vogliamo essere, mostrando alla gente il volto dei futuristi che siamo, con orgoglio.
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