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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Gabriele Baldanzi:
“Due progetti di salvaguardia, di elevato interesse conservazionistico, vengono portati avanti da oltre un anno nel comprensorio dell’Aspromonte. Riguardano il Gufo reale e l’Aquila reale, due rapaci che volano sui cieli della Calabria e di cui la comunità scientifica locale avvertiva la necessità di valutarne lo stato di salute, per promuovere poi azioni di tutela. Tutto questo si è reso possibile grazie a un accordo di collaborazione tra Federparchi e Iccrea Banca – l’Istituto Centrale del Credito Cooperativo – che dal 2013 hanno stretto un accordo di collaborazione che ha come obiettivo quello di far conoscere le bellezze dei parchi italiani e sensibilizzare il pubblico alla salvaguardia della biodiversità. E proprio attraverso il patto con Iccrea il parco nazionale dell’Aspromonte è riuscito ad avviare i progetti, a dare gambe agli studi (ancora in corso) su queste due straordinarie specie, a trovare un nuovo canale di visibilità.
Ma perché proprio il Gufo reale e l’Aquila reale? E perché l’Aspromonte? Cerchiamo di spiegarlo, iniziando dal primo. Il GUFO REALE – un’apertura alare che può arrivare a 180 cm – è il più grande rapace notturno al mondo. E’ una specie sedentaria, che può vivere oltre i 20 anni in natura, laddove ci sono condizioni favorevoli, a partire da una bassa antropizzazione. Elevato è l’interesse conservazionistico per il Gufo reale nel suo areale di distribuzione. Nella Comunità Europea viene considerata come categoria particolarmente protetta e meritevole di speciali misure di conservazione. In passato il Gufo reale è stato a lungo perseguitato dall’uomo, all’epoca in cui gufi e civette erano ritenuti portatori di cattivi presagi, e in seguito, nel corso della lotta ai “nocivi” per la selvaggina e i domestici, cioè fino agli anni Settanta. Adesso le principali minacce sono l’avvelenamento da prodotti chimici, il disturbo ai siti di nidificazione, l’elettrocuzione e le collisioni contro ostacoli sospesi o volanti. L’abbondanza di prede per tutto l’anno è invece una condizione necessaria per la sopravvivenza e la riproduzione della specie.
Gli esperti che ne studiano i comportamenti e la distribuzione lo definiscono un “superpredatore”, ai vertici delle catene alimentari, i cui rapporti con le altre specie e con l’uomo possono risultare complessi e difficili da interpretare, viste le abitudini notturne e l’elusività della specie. In uno studio di fattibilità circa la reintroduzione della specie, condotto nel 2002 proprio in Aspromonte, a esempio, nessun individuo fu rilevato nell’area del Parco durante le ricerche. Oggi è diverso. Nel territorio di Reggio Calabria, alla luce delle attuali conoscenze, che emergono in maniera inedita nel “1° studio sullo stato e sull’ecologia del Gufo reale – Bubo bubo – nel territorio del Parco nazionale dell’Aspromonte”, il dato sulla presenza risulta significativo. Trattandosi di una specie notturna le indagini hanno riguardato soprattutto la ricerca di segnali di presenza e sono state rivolte essenzialmente alle vocalizzazioni degli individui. Con il progetto finanziato attraverso Iccrea e Federparchi, nel corso delle operazioni di ricerca della specie e delle eventuali minacce locali, si è proceduto finora a indagare molti siti rupicoli (una settantina) caratterizzati dalla presenza di spazi aperti, poiché il Gufo reale ha difficoltà di movimento nei boschi fitti. Le indagini sul campo, sospese nel mese di aprile per non causare disturbo a eventuali nidificazioni in corso, riprenderanno a partire da maggio-giugno, quando saranno contattabili eventuali giovani nati in Aspromonte. Nello stesso periodo saranno indagati i siti in cui il Gufo reale è risultato presente per cercare di carpirne la dieta, i rapporti con altre specie o altre abitudini.
L’AQUILA REALE è una specie che in Europa ha una distribuzione ampia ma discontinua e, come il Gufo reale, è generalmente stanziale. In Calabria è sedentaria, nidificante migratrice irregolare. Nella regione la sua presenza stabile si registra nel Parco Nazionale del Pollino con quattro coppie e nel Parco nazionale dell’Aspromonte con almeno una coppia (avvistata nel 1999). All’oggi non esistono studi specifici in provincia di Reggio Calabria e la maggior parte delle notizie derivano da avvistamenti occasionali o effettuati durante altri studi. L’Aspromonte è una zona di estremo interesse per l’Aquila reale, in quanto area posta all’estremo sud della penisola italiana. Di recente si registrano avvistamenti di esemplari in dispersione (spesso giovani) o nomadi, in tutta la provincia di Reggio Calabria. L’Aquila reale è una specie monogama, che utilizza per numerose stagioni lo stesso territorio di nidificazione, all’interno del quale sono presenti da uno a più nidi. Si nutre principalmente di mammiferi e uccelli, che possono arrivare a pesare anche 5 kg. Dal punto di vista normativo l’Aquila reale è particolarmente protetta a livello internazionale e nazionale, essendo infatti inserita nell’elenco delle specie prioritarie della Direttiva 79/409 CEE (“uccelli”), considerata a rischio dalla Convenzione di Berna, non cacciabile dal 1977. La popolazione, in Italia, è stimata in 486-547 coppie, di cui 368-404 sulle Alpi, 62-73 sugli Appennini, 15-17 in Sicilia e 41-53 in Sardegna.
Lo studio, finanziato da Iccrea attraverso Federparchi, si propone appunto di colmare le carenze d’informazione riguardo la distribuzione e la biologia dell’Aquila reale nel Parco nazionale dell’Aspromonte. I risultati costituiranno un’importante strumento di base per monitoraggi sistematici negli anni a venire e strumento di conoscenza per futuri progetti di conservazione. Si è partiti da testimonianze raccolte preliminarmente riguardo la specie e gli avvistamenti occasionali effettuati negli ultimi 4 anni. L’indagine in corso si articola su sette punti di osservazione. L’obiettivo finale è quello di individuare il territorio occupato dalla specie e, successivamente, i siti di nidificazione. Attualmente si registra la presenza di tre coppie e quattro diversi nidi appartenenti alla specie oggetto dello studio. Due in evidente stato di abbandono. Le osservazioni continueranno per tutta la stagione riproduttiva.
Alla luce delle attuali conoscenze è lecito pensare che, almeno in parte, l’abbandono di molte attività tradizionali nelle aree interne, soprattutto nei massicci montani più piccoli come l’Aspromonte, abbia innescato evidenti fenomeni di ricolonizzazione delle aree aperte da parte della vegetazione legnosa. La conseguente riforestazione dei terreni montani abbandonati costituisce una perdita di habitat significativa, tale da ridurre i territori di caccia più idonei, causando così una riduzione numerica delle specie preda dell’Aquila reale. Le aquile caccia spesso le capre domestiche, approfittando degli spostamenti degli armenti lungo sentieri che attraversano le pareti rocciose. Ogni anno vengono attaccate e predate almeno 15 capre. Questi attacchi, a differenza di quelli che compie il Lupo, sono accettati dai pastori.
Attraverso queste attività, finalizzate allo studio della consistenza della popolazione di Aquila Reale e Gufo Reale, alla individuazione dei siti di nidificazione e dei territori di presenza e frequentazione nell’area dell’Aspromonte, l’Ente Parco nazionale vuole dare continuità alle azioni di valorizzazione della biodiversità in un quadro naturalistico di enorme valore. In questo scenario, infatti, i grandi predatori diventano gli attori principali di scene arcaiche in cui l’intelligenza nativa della Natura diviene esperienza per disegnare prospettive di vita innovative e desiderabili, nell’ottica di un sviluppo del territorio quanto più possibile armonico ed equilibrato.
“Attraverso Federparchi – ha detto Francesco Carri (presidente di Iccrea Banca) – Iccrea da oltre due anni promuove progetti di tutela e promozione turistica nelle aree protette italiane, finanziando la salvaguardia della biodiversità. Un impegno a sostegno della tutela dell’ambiente che l’Istituto ha intrapreso e sta portando avanti con coerenza, a partire dai parchi che hanno sviluppato la prima fase del processo della Carta del turismo sostenibile. Questa iniziativa in Calabria, in un territorio stupendo è davvero interessante perché mette insieme i due aspetti principali di un parco: la tutela e prospettive di fruizione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente delle Federazione calabrese delle banche di credito cooperativo, Nicola Paldino (consigliere di Iccrea Banca). “In Calabria il movimento delle banche cooperative è nato oltre cento anni fa – ha commentato Paldino – e oggi rappresentiamo un punto di riferimento per migliaia di famiglie e imprese. Operazioni di sostegno ai parchi e alla biodiversità del territorio rientrano nella nostra mission, nella nostra identità di banchieri cooperativi. L’iniziativa scientifica in Aspromonte per studiare Gufo reale e Aquila reale rappresenta un investimento di cui andare orgogliosi”.
“Di fatto – sono parole, invece, del presidente di Federparchi Giampiero Sammuri – le aree protette raffigurano una grande ‘banca’ in cui beni comuni quali il la biodiversità, il territorio, l’acqua, indispensabili alla vita come all’economia – si generano e rigenerano. E finiscono per acquistare un formidabile valore economico. Da qui la naturale prossimità delle Bcc (banche cooperative, locali, che peraltro si impegnano nei propri statuti a favorire la crescita responsabile e sostenibile dei territori dove operano) al tema della tutela ambientale e della valorizzazione delle aree geografiche protette, nella volontà di definire sinergie di sviluppo economico, sociale ed occupazionale. Per questo ringrazio Iccrea da un lato e il Parco dell’Aspromonte dall’altro, per l’uso che è stato fatto del finanziamento”.
“Gli atteggiamenti che abbiamo potuto osservare – conclude il presidente del Parco dell’Aspromonte Giuseppe Bombino – consegnano un quadro di grande interesse e mostrano come i due predatori siano inseriti in un contesto ecosistemico di grande pregio, il cui equilibrio viene garantito dalla costante e incisiva azione di tutela del Parco nazionale. I primi incoraggianti successi delle attività poste in essere sono il frutto di una intensa collaborazione tra istituzioni pubbliche e private che sempre più stanno operando nel comune interesse della tutela e della valorizzazione della biodiversità”.
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