Profanate le Rocche di San Pietro (Careri)

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Al nostro appello ad essere “sentinelle della montagna” hanno risposto, tra diversi soci e simpatizzanti, un insigne studioso ed un profondo conoscitore dell’Aspromonte che ci segnalano un intervento di “valorizzazione” realizzato dal Parco nell’asceterio delle Rocche di San Pietro posto lungo il percorso 105 del Catasto dei sentieri del Parco ed a monte dell’abitato di Natile Vecchio (comune di Careri).

Già nel passato vennero realizzati, non sappiamo da chi, una staccionata e degli scalini con l’intento di “migliorare l’accessibilità” al sito ma non siamo convinti che sia utile consentire a tutti di andare ovunque addomesticando, per tale scopo, la natura.

Riteniamo che in montagna sia l’uomo che debba adattarsi ad essa accettando i limiti che ci pone. Albert Frederick Mummery, uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi, propugnò un alpinismo senza mezzi artificiali, che contasse solo su quelli che egli stesso definiva ” fair means” (mezzi leali).

Questo il commento del prof. Domenico Minuto (eminente studioso della civiltà bizantina calabrese).

“… sono rammaricato per la mancanza di decoro e di rispetto con cui viene profanato un luogo di intensa spiritualità per il quale non si dovrebbe osare di imbrattare nemmeno una pietra. Anche i veri turisti, che qui si accostano con venerazione e commozione, sono offesi da uno stupido segnale informativo, che è inutile e comunque dovrebbe essere collocato a debita distanza sotto la rupe, nella forma più discreta possibile. Non ci si reca alle Rocche di San Pietro per scampagnata o trekking o curiosità, ma per contemplare, meditare e talvolta anche pregare. Non si desidera qui nessuna notizia che, anche se di carattere culturale, in questo luogo è frivola.”

E questo il commento e l’invito (che facciamo nostro) dell’avv. Francesco Bevilacqua (scrittore e ambientalista, massimo conoscitore e divulgatore della natura calabrese.

“Trovo semplicemente sbagliato collocare un cartellone esplicativo nel bel mezzo delle Rocche di San Pietro. Nei migliori parchi nazionali del mondo simili sovrapposizioni a paesaggi naturali e storici, vengono eliminate per ripristinare l’aura, la sacralità, il genio del luogo. Mi spiace che in Aspromonte si sia commesso un errore così banale. È un vero colpo nell’occhio, un vero sfregio del paesaggio. La cosa è però rimediabile, salvaguardando anche le buone intenzioni di chi ha pensato al cartellone come strumento di conoscenza per i visitatori. Basta spostare il cartellone da dove è attualmente e posizionarlo in un luogo più consono, distante dal “monumento” storico e naturale delle rocche, magari lungo il sentiero, un po’ prima di raggiungerlo. Sebbene l’ideale sarebbe non sovrapporre nulla a qualunque paesaggio eminente: non staccionate, non modifiche del piano di calpestio del sentiero, non illuminazioni etc. Poiché chi visita tali paesaggi si presume si sia già informato o può essere adeguatamente informato dalla sua guida. Ma anche perché il visitatore vuol trovare il luogo quanto più possibile inalterato. Faccio pertanto voti perché l’errore venga emendato con un gesto di buona volontà da parte del Parco.”

(C. A. I. sez. Reggio Calabria) 

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Author: Carmine Verduci

Nato a Brancaleone nel 1984, ha frequentato l'istituto d'arte di Locri. Artista e scrittore, ama la musica, la natura, la fotografia, la storia delle leggende Calabresi e dell'archeologia. Si occupa di divulgazione e promozione culturale dell'area grecanica e locridea, attraverso l'organizzazione di eventi culturali nella propria città e sul territorio.