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Continua lo scandalo legato alla realizzazione della Tangenziale Est che dovrebbe collegare Vibo Valentia a Sant’Onofrio, Stefanaconi, Ionadi e San Gregorio d’Ippona, defluendo parte del traffico cittadino.
Pare che il danno erariale, quantificato dalla Corte dei Conti di Catanzaro su richiesta della Procura del capoluogo calabrese, ammonti a circa 7 milioni di euro. Per questo motivo la Procura catanzarese ha disposto un provvedimento giudiziario di tipo contabile nei confronti degli otto già imputati, in sede penale, per l’inefficienza dei lavori di realizzazione dell’importante snodo stradale, nonché della sua mancata realizzazione. Si tratta degli ingegneri dipendenti della provincia Francesco Giuseppe Teti, Gianfranco Comito, e del geometra Leoluca Grego; l’architetto Maria Giovanna Conocchiella, il glologo Enzo Massimo Ceravolo, ed i rappresentanti legali delle ditte che si erano aggiudicate i lavori Iginio Carmine Lista, Rocco Foti, Luigi Ciambrone.
L’idea di creare una tangenziale che defluisse il traffico cittadino è nata negli anni Novanta, quando Vibo faceva ancora parte della provincia di Catanzaro, ma i lavori per la sua costruzione partirono dopo l’istituzione della provincia vibonese con i fondi reperiti dal Patto territoriale generalista.
Peccato che le continue frane e smottamenti abbiano presto mostrato l’impossibilità di realizzare l’opera; inoltre è stato chiarito dalle indagini, che ci furono grosse carenze anche di tipo progettuale poiché la zona, prima dell’inizio dei lavori, non presentava fenomeni franosi o di dissesto naturale. Di questo dovranno rispondere le amministrazioni provinciali che si sono avvicendate dal 1994 al 2012.
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