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Il provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Paolo Maria Quattrone, di 56 anni, si é suicidato.
Ha puntato la sua pistola calibro 38 alla testa si è sparato nei pressi di un ponte a Condofuri Marina, in provincia di Reggio Calabria.
La Procura della Repubblica di Cosenza, nei mesi scorsi, aveva chiesto il rinvio a giudizio di Quattrone, con l’accusa di abuso d’ufficio.
Poco chiari i motivi che hanno condotto al suicidio del provveditore. Il tutto è avvenuto in pochi minuti. Secondo la ricostruzione fornita dai carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo, diretti dal capitano Onofrio Panebianco, nel pomeriggio di ieri Quattrone è uscito di casa dicendo alla moglie di avere un impegno. In realtà il provveditore ha preso di nascosto la pistola calibro 38 che teneva riposta in un cassetto e l’ha messa in tasca. Subito dopo è salito a bordo della propria automobile ed ha percorso diversi chilometri. Giunto nei pressi di un cavalcavia di contrada Pantano di Condofuri si è fermato, ha preso la pistola dalla tasca ed ha fatto fuoco mirando dritto alla testa. Per lui non c’è stato nulla da fare. La morte è stata istantanea. Dopo pochi minuti, sul luogo della tragedia, sono giunti i militari della Compagnia di Melito Porto Salvo. Successivamente anche gli uomini della scientifica che hanno effettuato tutti i rilievi del caso.
Quattrone non ha lasciato alcun biglietto per spiegare i motivi del suo gesto.
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