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Si è svolta ieri, presso l’ex Convento dei Minimi di Roccella Jonica, la conferenza stampa del Comitato “El puente per Carlo”.
Il ragazzo, com’è ormai noto, è stato aggredito e ferito gravemente a Buenos Aires la notte del 27 novembre 2015 riportando un grave trauma cranico, da pochi giorni è rientrato in Italia, precisamente a Roma, dove sta continuando la sua riabilitazione.
I temi affrontati sono stati due: la rendicontazione delle spese finora effettuate grazie alla campagna di raccolta fondi e l’illustrazione della petizione “Libertà di movimento e tutele: un fondo di solidarietà per le vittime di reati all’estero” disponibile sulla piattaforma change.org.
Ad aprire la conferenza il presidente del comitato, Francesco Ieraci, che si è detto orgoglioso del lavoro svolto in questi mesi e dei risultati ottenuti grazie all’aiuto dei numerosi cittadini: “attualmente tutte le spese sono state saldate con i contributi spontanei di singoli e di associazioni, nel momento di massimo splendore del nostro conto corrente siamo riusciti a raccogliere circa 47 000 euro di cui 42 000 sono stati spesi per il saldo delle spese umanitarie presso l’Ospedale Italiano di Buenos Aires, la seconda spesa è stata quella dei biglietti aerei per riportare in Italia la madre e il fratello di Carlo, 9 200 euro.”
Le spese da pagare però non sono finite così come il percorso alla riabilitazione di Carlo risulta ancora lungo e faticoso, attualmente infatti le sue condizioni non sono stabili e si parla di un eventuale intervento di chirurgia plastica ricostruttiva del cranio.
Il secondo intervento è stato quello di Elio Iannuzzi, fratello di Carlo, che ha illustrato le sue condizioni attuali : “state dimostrando ancora una volta che la nostra famiglia non è sola, le condizioni di Carlo in questo momento non sono stabili, abbiamo però dei miglioramenti, adesso riesce a muovere la parte sinistra del braccio, mentre per quanto riguarda la parte neurologica la situazione è più complicata: le informazioni che riceve la mattina riesce ad elaborarle e tenerle fino alla sera. Al momento si sta valutando la possibilità di sottoporre Carlo ad un altro intervento. Siamo ottimisti, abbiamo avuto molte difficoltà in Argentina a causa della lingua ma adesso in Italia sarà più semplice”.
Riguardo alle indagini in corso Elio continua dicendo: “ho visto il video dell’aggressione in cui si vede il ragazzo che ruba lo zaino e gli averi di Carlo. L’ultima informazione ricevuta è che sono stati identificati i colpevoli e c’è un mandato di cattura”.
Grande ammirazione è stata espressa per questo ragazzo di soli 24 anni che improvvisamene si è ritrovato coinvolto in una situazione complicata, ma nonostante ciò si è saputo destreggiare in maniera eccellente tra ambasciatori, senatori e dirigenti.
Francesco Ieraci ha continuato poi dicendo che l’obiettivo di questo comitato non è solo quello di aiutare Carlo ma di far nascere uno strumento di tutela legale per tutti gli italiani vittime di aggressioni all’estero .
In seguito Angelo Nizza, segretario del Comitato, ha introdotto il secondo argomento della conferenza: la petizione. Il caso di Carlo ha evidenziato una falla nel sistema esistente e ha fatto sorgere la necessità di istituire un fondo di solidarietà per le vittime di reati all’estero, fuori dall’Europa, in particolare per le categorie più deboli come i disoccupati e gli studenti senza borsa, verso i quali non è prevista alcuna tutela.
In collegamento da Roma Tommaso Daunisi ha fornito ulteriori chiarimenti e in seguito lo stesso Carlo ha voluto dare il suo personale saluto: “ciao a tutti ragazzi, è un’emozione fortissima, sono molto commosso di vedere tanta gente e di sentirla vicina oggi. Ci tenevo tanto a fare un ringraziamento a tutti, non vi nascondo che alcune volte ho pensato: ma se non ci fossero stati loro io oggi dove sarei e come sarei? “.
L’emozione in sala nel sentire la voce di Carlo è stata grande e si è tradotta in lungo e caloroso applauso.
L’incontro si è concluso con il commosso intervento della madre di Carlo che ancora una volta ha ringraziato tutti per la vicinanza ricevuta.
Per firmare la petizione cliccare qui.
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