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Novantaquattro anni e sei mesi di carcere inflitti, a fronte dei 143 richiesti dall’accusa. E’ questa la sentenza definitiva del processo “Ramo Spezzato” che vedeva alla sbarra presunti appartenenti alla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo. La sentenza é arrivata dopo quasi undici ore di camera di consiglio.
Ecco nello specifico le condanne definitive:
Nino Iamonte, 16 anni di reclusione e 3400 euro da pagare.
Carmelo Iamonte, 10 anni di reclusione
Sergio Borruto, condanna a 12 anni e 6 mesi di reclusione
Franco Cassano, medico, 9 anni di reclusione
Domenico Tomasello, Agata Gurnale, Giuseppe Sergi, Pietro Benedetto e Angela Maria Ginesio, 6 anni di reclusione a testa
Pietro Rodà, condanna a 5 anni di reclusione
Filippo Antonio Mafrici, condanna a 4 anni e 6 mesi
Giuseppe Scieuzo, 4 anni di reclusione
Vincenzo Cosmano, condanna a 3 anni e 6 mesi.
Vincenza Tomasello, Salvatore Spinella, Giuseppe Guerrera e Pasquale Iamonte, tutti assolti.
Il blitz della Polizia di Stato era scattato nei primi giorni del febbraio 2007. Il Gip Santo Melidona, su richiesta dei pubblici ministeri Santi Cutroneo e Antonio De Bernardo dispose l’arresto di quindici persone, che, a vario titolo, erano legate al clan Iamonte di Melito Porto Salvo.
L’operazione “Ramo spezzato” era stata condotta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria con il supporto del Commissariato di Condofuri, retto da Giuseppe Pizzonia che aveva avviato le indagini sulla cosca Iamonte.
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