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di Francesco Iriti
Ventisei anni per Leonardo Foti, ventitre per il nipote di questi, Antonino Foti, e tre per Francesco Manti, accusato di favoreggiamento. Sono queste le pene inflitte dalla Prima Sezione Penale di Reggio Calabria, presieduta da Silvana Grasso, nei confronti dei presunti mandanti dell’agguato ai danni di Francesco Borrello, nel corso del quale, oltre allo stesso Borrello, rimase ferito anche il bimbo di quattro anni, Antonino Laganà. L’episodio si è verificato il 6 giugno 2008 all’interno del cortile del santuario Maria SS di Porto Salvo a Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria.
Molta la gente presente per partecipare ad una recita di fine anno scolastico. Tra i tanti bambini c’è anche Antonino Laganà. All’improvviso gli spari. Un proiettile colpisce proprio il piccolo Antonino alla bocca ferendolo gravemante.
Il piccolo Antonino viene immediatamente trasportato presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, dove le sue condizioni appaiono subito gravissime. L’operazione d’urgenza non lascia ottimisti: ci vorranno un delicatissimo intervento, realizzato a Roma presso l’Ospedale Bambin Gesù, e oltre quattro mesi, perché il bimbo possa tornare a casa. Il vero bersaglio è Francesco Borrello, 50enne pregiudicato della zona.
Nel frattempo le indagini proseguono e i carabinieri arrestano Leonardo e Antonino Foti, ritenuti i mandanti dell’agguato a Borrello, mentre rimane senza nome il vero esecutore che ha premuto il grilletto. Secondo le ricostruzioni degli investigatori, l’agguato contro Francesco Borrello fu organizzato per vendetta in relazione alla sparatoria in cui fu coinvolto il pregiudicato ed in cui furono uccise due persone, Giulio Verderame e Santo Carmelo Zampaglione, nipote di Leonardo Foti. Una circostanza che costò a Borrello una condanna in primo grado, poi diventata assoluzione in appello.
Poi il processo con i due imputati principali che negano ogni coinvolgimento. Per i tre imputati, difesi dagli avvocati Loris Nisi e Francesco Calabrese, il pm Giovanni Musarò aveva richiesto, nella propria requisitoria ventisei anni di reclusione per Leonardo Foti, ventidue anni per Antonino Foti e quattro anni per Francesco Manti.
Al momento della lettura del dispositivo la mamma di Antonino, Stefania Gurnari, scoppia in lacrime.
Nel processo si sono costituiti parti civil anche la Regione Calabria, la Provincia di Reggio Calabria ed il Comune di Melito Porto Salvo.
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