Motta San Giovanni (Rc), le immagini e la denuncia del Comitato “Torrente Oliveto”

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Servizio di Vincenzo Crea

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Le acque scaricate dal depuratore dell’Oliveto a mare sono NERE. Non si comprende perché non si interviene e perché l’Ente competente non effettua le analisi anche  sulle acque di scarico per verificarne la natura, come più volte richiesto da questa associazione.

L’A.R.P..A.Cal ha trasmesso i risultati analitici della  campagna di balneazione in corso riguardanti i punti di prelievo ricadenti nel Comune di Motta San Giovanni. I risultati dell’A.R.P.A.Cal hanno dato esito sfavorevole solo nel punto dello scarico a mare del Torrente Oliveto.

A tal riguardo e ad integrazione di quanto precedentemente comunicato si segnala che alla foce del Torrente San Vincenzo, in direzione della stazione di pompaggio delle acque reflue posta nell’area lato mare del ponte ferroviario, il depuratore comunale, tramite una condotta fognaria occultata tra massi collocati a protezione della costa, continua incessantemente a scaricare a mare le acque reflue non depurate. Dette acque sono accompagnate da manti di schiuma che come un velo si sparge nelle acque marine e raggiunge la vicina foce del torrente Saetta ove i bagnanti, ignari del pericolo, non vi è alcun cartello indicante il divieto di balneazione,  tranquillamente continuano a farsi il bagno.

Appare strano che i risultati dell’ARPACAL abbiano dato esito sfavorevole solo nel punto dello scarico a mare del Torrente Oliveto, atteso che anche il depuratore di San Vincenzo da anni non depura, perciò le acque fognarie contenenti sostanze pericolose raggiunto l’ambiente marino  producono effetti negativi sulla qualità delle acque, sulla salute umana e sulle risorse biologiche.

Gli stessi funzionari dell’ARPACAL di Reggio Calabria nel corso del sopralluogo congiunto eseguito lo scorso mese di ottobre insieme con personale della Protezione Civile e di alcune  Amministrazioni interessate dalle problematiche oggetto di accertamento, rappresentavano che da analisi effettuate su campioni di acqua prelevati dai torrenti Oliveto e San Vincenzo risultavano parametri non conformi ai limiti della legge. Orbene, la situazione alla foce del Torrente San Vincenzo non è cambiata, lo scarico è sempre lo stesso, anzi come precedentemente segnalato il pericolo per la salute pubblica si è acuito  atteso che i liquami non depurati fuoriescono anche dalla stazione di pompaggio delle acque reflue e risiedono nella area circostante

La documentazione fotografica e video prodotta dalla scrivente associazione mostra gli scarichi  con evidente superamento dei limiti tabellari, soprattutto con riferimento allo scarico dell’Oliveto. Eppure ancora non si è provveduto ad emettere il provvedimento di divieto di balneazione e di pesca sotto costa e alla collocazione dei relativi cartelli nei tratti interessati dagli scarichi.

Siamo consapevoli che si è in piena estate e bisogna tenere presente l’esigenze dei bagnanti e delle strutture turistiche già gravemente penalizzate dall’erosione costiera che sembra non trovare soluzione sebbene da anni si stanno spendendo tanti, tanti, soldi, però la salute dell’uomo viene prima di ogni altra cosa. In ogni modo occorre  tenere anche in considerazione e ribadire che da anni è stato previsto il finanziamento di 2.646.000,00 euro per il potenziamento del depuratore di San Vincenzo e  l’Amministrazione comunale avrebbe potuto utilizzare tali risorse ed evitare il protrarsi di queste gravi situazioni, almeno per quanto riguarda l’impianto di San Vincenzo.

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A tal riguardo, si chiede agli Enti interessati dal Comune di Motta San Giovanni di far conoscere per quale motivo dopo un anno non sono stati rilasciati i pareri propedeutici all’approvazione del progetto definitivo concernente la costruzione di un nuovo polo depurativo in località Oliveto.

Si evidenzia, inoltre, l’immissione nell’atmosfera di sostanze inquinanti e asfissianti, originate dal cattivo funzionamento del depuratore dell’Oliveto e di San Vincenzo e dalle relative stazioni di pompaggio, che rendono l’aria irrespirabile soprattutto nelle ore serali e nella nottata. Ciò ci costringe a stare tappati in casa con porte e finestre chiuse, esasperati da odori insopportabili e nauseabondi, senza, tra l’altro, poter fare uso di ventilatori in quanto tale utilizzo peggiorerebbe la situazione. La veridicità di quanto affermato si potrà ben constatare  attraversando il territorio di Lazzaro.

Ulteriori disagi per la collettività e rischi per la salute pubblica, soprattutto per gli abitanti della contrada Oliveto sono originati dall’ulteriore immissione nell’atmosfera di sostanze odorigine prodotte dall’impianto di compostaggio situato in località Comunia/Sant’Ilario e dalle esalazioni odorigine moleste percepibili a notevole distanza  che si sprigionano da un tombino fognario coperto con un  lastrone di cemento non adeguato che  riceve tramite una condotta interrata le acque fognarie probabilmente proveniente da una vasca  costruita a ridosso del ponte ferroviario, già oggetto di segnalazione in data 5.10.2009.

Non è dato sapere la diramazione di dette acque una volta giunte nel succitato tombino.

Come già segnalato con l’esposto dello scorso 23 giugno,  recentemente è stata sostituita la condotta fognaria nel tratto compreso tra il depuratore dell’Oliveto e la stazione di pompaggio. Durante tale intervento, come precedentemente documentato anche con immagini fotografiche e video, da una tubazione posta accanto a quella fognaria a qualche metro dalla stazione di pompaggio, situata sulla sinistra e all’interno dell’alveo fluviale  si riversavano nello scavo acque maleodorante di colore rosso.

Ultimati i lavori lo scavo è stato ricoperto con della terra ed in quel punto dopo poco tempo, dal terreno in precedenza movimentato, incominciarono a sgorgare acque reflue non depurate e puzzolenti che dopo aver percorso a cielo aperto un tratto di alveo fluviale vi risiedono nella zona circostante. Sono immaginabili i disagi arrecati agli abitanti della contrada Oliveto, soprattutto alle vicine abitazioni tra cui i residenti  di un popoloso villaggio turistico “La Piramide” distante  non oltre venti metri.

Troppo denaro si sta spendendo sul depuratore dell’Oliveto senza ottenere i risultati prefissati e non si comprende come sia possibile collaudare tali interventi, che tra l’altro in alcuni casi hanno peggiorato la situazione.

Invitiamo gli Assessori comunali di Lazzaro invece di fare promesse che non saranno  poi in grado di mantenere ed invece di pensare alle prossime elezione comunali, mancano ancora due anni, sognando una candidatura a Sindaco, di pensare piuttosto di cercare di risolvere i problemi del paese, impegnandosi a svolgere al meglio gli incarichi che sono  stati Loro affidati. Visto che in questi tre anni di governo locale le condizioni  del territorio di Lazzaro hanno raggiunto vorticosamente l’apice del degrado, pensiamo che una futura candidatura a Sindaco degli attuali Assessori di Lazzaro sia una realtà molto, ma molto lontana.

Visto l’aggravarsi della situazione igienico sanitaria rinnoviamo alle Autorità competenti la richiesta già formulata e motivata anche con l’esposto dello scorso 23 giugno ovvero di voler emettere un provvedimento cautelare reale dei  depuratori e delle stazioni di pompaggio poste lungo gli alvei fluviali, fissando un termine entro il quale ripristinare la funzionalità degli impianti ed evitare scarichi inquinanti maleodoranti e pericolosi per la salute e per l’ambiente.

Comitato Spontaneo “Torrente Oliveto”

Rappresentato da Vincenzo Crea

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Author: Francesco Iriti

Storico Direttore di www.ntacalabria.it, ed ideatore insieme a Nino Pansera della testata ntacalabria.it, E' giornalista pubblicista dal 2008. Vive in Irlanda da circa 10 anni come Digital Marketing Manager, ma porta avanti il giornale con l'aiuto di vari collaboratori che hanno sposato il progetto di Ntacalabria.

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