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Fare giornalismo in Calabria é ormai diventata una questione di “martiri”. Infatti, poche ore fa si é registrato l’ennesimo eposodio negativo nei confronti di un collega che come tanti giornalmente lottano tra mille difficoltà per cercare di riprodurre con sincerità e dovizia di particolari la realtà calabrese. Sembra ormai che scrivere di cronaca rappresenti una missione proibitiva in quanto la ‘ndrangheta impone il silenzio e non riesce a digerire le parole scritte sulla verità che attanaglia questo lembo di terra che si sveglia soltanto quando si verificano dei gesti così eclatanti che fanno riflettere.
Infatti, a poche ore dalle minaccie via telefono fatte recapitare a Pietro Comito, giornalista di Calabria Ora, un altro professionista della stessa testata giornalistica, Guido Scarpino, é rimasto vittima di pesanti minacce da parte di una persona che, giunta in moto, ha suonato al campanello della sua abitazione pronunciando la frase ‘‘Finitela di scrivere queste cose senno’ v’ammazzamo”.
Il giornalista, che dirige l’ufficio di corrispondenza della testata di Paola sul Tirreno cosentino, si occupa anche di cronaca e nei giorni scorsi ha seguito la vicenda del gruppo di giovani che ha picchiato un venditore ambulante e la sua famiglia dopo che si era lamentato degli schiamazzi notturni.
Scarpino ha identificato il suo aggressore e denunciato l’episodio ai carabinieri.
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