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Di seguito nota diramata dal Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria.
Nella mattinata di ieri 13 maggio i militari della Stazione Carabinieri di Bova Marina (RC) hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro probatorio emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, in virtù del quale sono stati posti i sigilli ad un grosso immobile sito in contrada Spina Santa (destinato a centro AISM) ed acquisiti presso l’area tecnica della Comunità Montana versante Jonico Meridionale – Capo Sud, con sede in Melito di Porto Salvo (RC), della documentazione tecnico-amministrativa attinente i lavori oggetto del contendere.
Il provvedimento di sequestro rappresenta solo una prima tappa della complessa indagine avviata sul finire del 2010 dagli uomini dell’Arma di Bova Marina e che ha focalizzato l’attenzione sullo stato dei lavori necessari alla realizzazione del “Centro AISM” del comune Jonico, immobile presso il quale, stando ai documenti acquisiti, sarebbe dovuta sorgere (con conclusione dei lavori, dopo varie interruzioni ed una proroga, fissata per maggio 2010) una struttura socio-sanitaria da adibire a centro di riabilitazione per malati di sclerosi multipla in grado di ospitare anche i familiari dei pazienti per trascorrere insieme il ciclo di cure.
La storia del centro AISM di Bova Marina, o quantomeno quella parte che interessa ai fini delle indagini in atto, comincia nel febbraio del 2006 quando viene stipulato un accordo di programma tra il comune di Bova Marina, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (la cui sede nazionale si trova a Genova) e la Comunità Montana versante Jonico Meridionale – Capo Sud, in forza del quale il Comune si impegnava a concedere ad AISM (in comodato d’uso gratuito per 50 anni) l’ex convento Vescovile di c.da Spina Santa a condizione che nello stesso fosse costruito un centro di assistenza socio sanitaria dedicato alle persone affette da sclerosi multipla e patologie similari. La responsabilità di bandire la gara d’appalto dei lavori necessari, viene attribuita alla predetta Comunità Montana (ente locale territoriale) che nel giugno 2007, a conclusione di specifica procedura, attribuisce ad una impresa edile di Locri (RC) l’appalto per l’esecuzione di tutte le opere edili necessarie alla “Realizzazione del Centro AISM di Bova Marina”, utilizzando due fonti di finanziamento: fondi elargiti dalla Regione Calabria da un’apposita misura P.O.R. (all’incirca € 1.200.000) e risorse dell’AISM (ammontanti a circa €1.850.000, raccolti con una delle campagna di trenta ore per la vita promosse da AISM) per un totale di oltre 3 milioni di euro ritenuti sufficienti alla realizzazione di quanto in progetto.
I primi approfondimenti sulla questione, partiti proprio dall’accordo di programma e dal contenuto del bando di gara indetto per l’esecuzione delle opere edili, consentivano da subito di individuare delle serie incongruità tra quanto risultava negli atti via via acquisiti e lo stato reale della struttura. I vari sopralluoghi esperiti dai militari in contrada Spina Santa, infatti, consentivano di verificare come i lavori, oltre che andare molto a rilento, erano connotati da una sospetta discontinuità che induceva ad approfondire ulteriormente la situazione.
Quello che si presentava sotto gli occhi dei Carabinieri nella evoluzione del loro lavoro investigativo era una situazione di profonda difformità tra quanto “collaudato” dagli organi tecnici preposti alla direzione e controllo dei lavori e quanto di reale c’era rispetto a quanto certificato; insomma ciò che sarebbe dovuto trovarsi già realizzato era, in realtà, completamente difforme rispetto a quanto si poteva riscontrare in loco. Si accertava, peraltro, l’esistenza di un documento di collaudo definitivo della struttura che, nel certificare la completa esecuzione dei lavori, dava atto della efficienza di infrastrutture che a tutt’oggi si presentano come un cantiere ben lontano dall’essere completato. Basta giungere a fondo Amigdalà di contrada Spina Santa per rendersi conto della incongruenza di quanto certificato e collaudato rispetto a quello che oggi è il costruendo centro AISM: uno spazioso rifugio per capi di bestiame di vario tipo, alcuni dei quali tragicamente periti e decompostisi (!) negli ambienti tanto attesi dai pazienti di sclerosi multipla.
Le indagini, tutt’ora in essere, potranno ora consentire di accertare quali sono le responsabilità ascrivibili su ciascuna delle persone coinvolte a vario titolo nella vicenda.
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