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Veleni nelle acque: 63 persone denunciate dopo una vasta operazione del Comando per la Tutela ambientale. I controlli e le indagini hanno interessato le regioni Campania, Calabria, Basilicata e Puglia.
Veleni nelle acque, denunciate 63 persone
Una importante operazione dei carabinieri del Comando per la Tutela ambientale ha condotto alla denuncia di 63 persone. L’operazione è stata finalizzata al contrasto all’inquinamento idrico con particolare riferimento ai processi di depurazione delle acque reflue industriali. I serrati controlli e le indagini hanno interessato le principali regioni del Sud: Campania; Calabria; Basilicata ed anche la Puglia.
I denunciati all’ A. G. sono titolari, amministratori e gestori di aziende. Questi sono ritenuti responsabili di inosservanza o assenza delle previste autorizzazioni agli scarichi di tipo industriale. La violazione prevista dal Codice dell’Ambiente prevede anche l’arresto da due mesi a due anni o l’ammenda da millecinquecento a diecimila euro.
Le indagini
Le indagini dei carabinieri si sono avviate anche grazie a segnalazioni di cittadini, nel mirino aziende attive nei settori delle materie plastiche, chimiche; ma anche, di produzione di materiale ferroso, officine meccaniche, autolavaggi nonché alberghi e plessi ospedalieri pubblici o privati.
I controlli – hanno reso noto i militari – hanno consentito di accertare sversamenti illegali, spesso di sostanze altamente inquinanti e tossiche nelle fognature pubbliche; in canali di scolo o nei casi più gravi in mare, fiumi o torrenti.
I sequestri hanno superato i 5 milioni di euro e riguardato condotte di scarico; vasche di deposito reflui; pozzi. Ma anche interi impianti di produzione ed aziende, di cui è sospesa temporaneamente l’attività.
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