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Museo Garibaldino Melito Porto Salvo in stato di abbandono. Di seguito pubblichiamo la nota di Chiara Tropea – già presidente dell’associazione “Amici del Museo Garibaldino”.
Museo Garibaldino Melito Porto Salvo tra erbacce e sterpaglie
“Rovi. Sterpaglie. Erbacce. E tanto silenzio.
Mi ero affidata proprio a questo silenzio affinché, da solo, fosse sufficiente a manifestare il totale abbandono del Museo Garibaldino. Gestito dall’associazione da me presieduta per circa 2 anni l’opera museale, seppur tra mille sforzi e difficoltà; aveva preso vita e trovato una sua identità non solo come testimonianza storica ma anche come punto di interesse culturale; accogliendo ed ospitando eventi di varia natura.
La velocità con cui è stata richiesta la restituzione della struttura, l’urgenza di riappropriarsi degli spazi da parte dell’Amministrazione comunale non appena si fu insediata, mi aveva fatto pensare che vi un’idea alternativa, un progetto o qualunque altra soluzione in grado di portare avanti il Museo garantendone l’apertura e la sopravvivenza.
Ed invece solo abbandono, erbacce, ruggine”.
Mancato rinnovo della convenzione
“Ancora oggi, mi interrogo sulle ragioni di tanta urgenza. Mi chiedo quali fossero – se mai ci siano state – le idee che giustificavano l’urgenza da parte del Comune nel mancato rinnovo della convenzione; senza peraltro addurre alcuna motivazione o muovere qualche contestazione all’operato dell’associazione.
La gestione degli “Amici del Museo Garibaldino” aveva favorito l’apertura regolare della struttura ai visitatori; la presenza degli alunni delle scuole del comprensorio; l’interazione con altre associazioni locali. Situazioni tutte che contribuivano a mantenere vivo uno spazio che oggi è letteralmente morto.
In passato, gli obiettivi delle macchine fotografiche erano diretti a catturare documenti e testimonianze dello sbarco garibaldino o dei relitti restituiti dal mare di quella nave Torino; sempre in attesa di essere recuperata e collocata proprio nello spazio dedicato all’interno il museo”.
“All’incuria e alle intemperie il compito di commemorare quello che fu il Museo Garibaldino”
“Oggi, le fotografie – come si vede dai recenti articoli di stampa – immortalano solo sterpaglie, crepe, cancelli sbarrati e una scritta “Museo Garibaldino” che può solo stimolare il ricordo di un preciso momento storico senza poterlo raccontare.
Proprio quando il nostro paese è stato testimone di un importante episodio accaduto durate la costruzione dell’Unità d’Italia; proprio quando le nostre strade sono state attraversate da quei “mille”, portatori dello spirito risorgimentale, comandati dall’eroe dei due Mondi; si è persa ancora una volta l’occasione di celebrare e dare risalto alla nostra storia e alle sue vittime lasciando all’incuria e alle intemperie il compito di commemorare quello che fu il Museo Garibaldino”.
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