Lavoratori Ased chiedono intervento istituzionale immediato

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Lavoratori Ased chiedono l’intervento istituzionale immediato. Di seguito pubblichiamo la lettera aperta che abbiamo ricevuto dal Comitato dei lavoratori Ased.

Autorizzata messa in liquidazione della Società

“La Magistratura reggina continua a sorprendere. La Prefettura delude. La stampa libera tace.
Dopo l’inatteso provvedimento di custodia cautelare emesso a dicembre 2016 nei confronti del socio e Amministratore Unico, Rosario Azzarà, e di altri due soci dell’ASED S.r.l., oltre ad alcuni politici, Sindaci e Assessori (di cui 7 già assolti perché “il fatto non sussiste”), il GIP, dott.ssa Caterina Catalano, dopo aver firmato in data 21/12/2016 l’ordinanza di “sequestro preventivo” della “nostra” Azienda, ha autorizzato, con un sorprendente provvedimento, datato 27/03/2018, la messa in liquidazione della Società”.

“Al danno si aggiunge anche la beffa”

“Il GIP, assolve l’operato degli Amministratori Giudiziari e da la colpa a noi dipendenti per la nostra (modesta e pacifica manifestazione organizzata per il diritto alla corresponsione degli stipendi arretrati). Nonché ai Comuni (Bianco e Brancaleone in particolare) che non pagano le prestazioni. Sebbene invitati in due distinte occasioni da S.E. il Prefetto in persona, alla presenza dei Magistrati competenti, ad adempiere ai loro doveri istituzionali.

I Comuni di Bianco e Brancaleone oltre a strafottersene dell’accordo invito di S.E. il Prefetto di saldare quanto meno una parte delle spettanze in prossimità delle Feste Natalizie, hanno rescisso il contratto addirittura in danno di ASED S.r.l.. Il classico comportamento anarchico ed arrogante: al danno si aggiunge anche la beffa.
Altri Comuni, Sinopoli, Seminara, S. Eufemia d’Aspromonte, San Procopio e Melicuccà, sebbene dialoganti hanno rescisso il Contratto”.

“Società messa in liquidazione per crediti”

“Il GIP ha dato credito alla sola versione fornita dagli Amministratori Giudiziari. Ed ha autorizzato, senza ascoltare il parere dei Soci, la messa in liquidazione di una Società che, per quanto riportato nello stesso provvedimento, ha crediti per € 7.414.923,06 a fronte di debiti, almeno per quanto di nostra conoscenza, di circa € 4.000.000. Praticamente la Società viene messa in liquidazione, su autonoma richiesta degli AA.GG., avallata dal GIP, si badi bene, per crediti e non per debiti. Forse unico caso in Italia.
Sempre secondo i dati divulgati dalla Procura, il valore dell’azienda (senza i crediti sconosciuti alla data del sequestro) era 13 milioni di euro che sommati ai crediti al netto di debiti, si stima in un valore di circa 16.414.923,06€“.

I lavoratori si domandano:

“1. Perché veniamo licenziati dopo aver dato tanto anche durante la gestione a guida AA.GG., senza essere retribuiti per oltre un anno?
2. Perché nessuno ha dato ascolto alle richieste di noi dipendenti?
3. Perché si vuole mettere così in fretta in liquidazione una Società come l’ASED che per l’Area Grecanica rappresentava e rappresenta, con le dovute proporzioni, la Fiat di Torino?
4. Perché S.E. il Prefetto, così attento ai problemi sociali del territorio, sul quale avevamo riposto tutta la nostra fiducia e le nostre speranze, non ha assunto nessun provvedimento sul comportamento tenuto da alcuni Sindaci – Bianco in primis – e adesso, con sorpresa e rammarico, anche dalla Commissione Straordinaria di Brancaleone?
5. Perché la stampa sempre pronta a scattare foto al sacchetto dei rifiuti abbandonato per strada non mostra alcun interesse per l’abbandono di vite umane e per intere famiglie lasciate in mezzo ad una strada?

Le richieste dei lavoratori Ased alle Istituzioni

“Dobbiamo forse pensare che le Autorità di questo Stato hanno intenzione di arricchire l’elenco dei disoccupati costretti ad arrangiarsi per portare a casa un pezzo di pane con la tentazione di essere costretti a delinquere per sfamare le proprie famiglie? È forse questo l’obbiettivo dello Stato?

Noi chiediamo alle istituzioni di intervenire evitando che la Società, ormai fatta nostra, venga messa in liquidazione. Ma che venga affidata ad Amministratori competenti e presenti sui luoghi di lavoro.
Siamo uniti e ci sentiamo forti delle nostre ragioni. E siamo convinti che se potessimo avere una buona guida, un buon imprenditore, i successi non tarderebbero ad arrivare e le nuove mete, già nella speranza di noi lavoratori, che la Società, si stava accingendo a conquistare, si possono ancora raggiungere. Ma per fare questo è necessario che le Autorità preposte si attivino con urgenza per togliere la Società dalla morsa giudiziaria”.

Possibili provvedimenti

Ciò sarà possibili: “Adottando dei provvedimenti nei confronti degli Enti morosi per i quali ognuno di NOI ha prestato attività lavorativa con impegno ed enormi sacrifici. Non solo per saldare le retribuzioni che ci spettano ma anche per rimettere in carreggiata la nostra ASED. E come secondo “rimedio” valutare l’affidamento della Società, ad un “Comitato di Gestione” composto dai soci non imputati. Ma anche dai lavoratori con più anni di esperienza ed anzianità, da rappresentati sindacali e da un’equipe di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro.

Tutti insieme potremo rimettere in carreggiata un’Azienda storica che rischia di chiudere i battenti per crediti, prima ancora che si concluda il processo di primo grado a carico di alcuni Soci e dell’Amministratore, gettando nella disperazione decine di famiglie. Con grande soddisfazione della criminalità organizzata che potrà nuovamente attingere nel bacino dei nuovi disperati costretti alla fame da quello stesso Stato che non perde occasione per sbandierare messaggi di legalità in una terra in cui questo obiettivo non può realizzarsi stabilmente senza una politica di sana occupazione”.

Lavoratori Ased: “Continuiamo a lottare”

“Abbiamo poca fiducia e nutriamo altrettante poche aspettative che ciò possa verificarsi. Ma nonostante tutto continueremo a lottare e sperare che ciò accada.

Ridateci il sorriso e la gioia di lavorare onestamente e professionalmente. Aiutateci a costituire una “cooperativa” capace di portare avanti i sogni di chi si è speso per una intera vita. Desidero di lasciare in eredità il frutto dei propri sacrifici.
Solo così, a prescindere di come si concluderà il processo in corso, potremo felicemente esclamare: Giustizia è stata fatta!”.

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Author: Maristella Costarella

autore e collaboratore di ntacalabria.it

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