Gimigliano, catturato con lacci e ucciso con crudeltà un cinghiale

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Nel corso di specifici servizi di prevenzione degli incendi boschivi, la stazione Carabinieri forestale di Taverna, nel comune di Gimigliano in località “Nicolas Green” ha sorpreso 4 soggetti che stavano trasportando un cinghiale agonizzante a causa di gravi lesioni alla testa, intrappolato prima con un laccio in acciaio intorno all’addome.

Rilevate le ipotesi di esercizio abusivo della caccia e di uccisione di animali con crudeltà, sono stati effettuati i rilievi e le operazioni di rito, è stato coinvolto anche il competente servizio dell’ASP, ed eseguito il sequestro dell’animale con la successiva emissione di una ordinanza di termodistruzione da parte del Sindaco del comune di Gimigliano quale Autorità sanitaria.

L’attività svolta si inserisce in un contesto di particolare attenzione che i Carabinieri forestali rivolgono alla grave problematica connessa con la grossa presenza di cinghiali sul territorio con i gravi danni alle colture agrarie, i rischi per le periferie urbane e i rischi sanitari dovuti a malattie quali la Trichinella (un verme parassita intestinale) o la tubercolosi.

In particolare l’utilizzo di mezzi di cattura quale il laccio usato, che spesso si accompagna con il deposito nelle vicinanze di alimenti per attirare gli stessi selvatici, oltre ad essere espressamente vietato in generale quale mezzo di caccia, è causa di rischi per la pubblica incolumità per eventuali passanti, oppure dopo la cattura dell’animale se rimane sul posto decomponendosi diventa una fonte di diffusione dei parassiti, o se consumato senza la preventiva visita delle Autorità sanitarie (ed è purtroppo la norma trattandosi di catture totalmente illegali), è una possibile ulteriore causa di diffusione delle malattie.

carabinieri forestali

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Author: Maristella Costarella

autore e collaboratore di ntacalabria.it

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