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di Francesco Iriti
“C’é stata un’incongruenza sul punto nascita tra quanto detto dal presidente Scopelliti, quando é venuto a Melito a dicembre, e quanto è stato previsto nel decreto che ha sancito che si chiude definitivamente il punto nascita anche in presenza di casi di assoluta emergenza”.
Sono queste le novità del sindaco Giuseppe Iaria durante la conferenza stampa indetta nei locali del palazzo comunale con a fianco il primario del reparto Pasquale Baccellieri, il vice sindaco e direttore sanitario del nosocomio melitese Franco Misitano, e due esponenti del comitato “Pro Ospedale” Totò Pizzi ed Enzo Gangemi.
“In questo periodo, da dicembre fino ad oggi siamo rimasti in una situazione di attesa durante la quale abbiamo monitorato anche le altre vicende in Calabria ed abbiamo potuto constatare che solo a Melito non si é avuta nessun cambiamento rispetto alle direttive regionali – lamenta a malincuore Iaria -.
Si era parlato di non chiusura totale del punto nascita in quanto venivano confermate alcune nascite d’emergenza. Tutto questo, però, non è avvenuto”. Tuttavia, dal primo marzo il punto nascita del “Tiberio Evoli” è stato chiuso nonostante gli sforzi profusi dalle varie istituzioni locali che “avevamo pensato, tra i tanti possibili interventi da effettuare, di avere un rapporto interfunzionale tra l’ospedale di Melito e quello di Reggio.
Volevamo, forti di certe ragioni, di certe difficoltà oggettive e soggettive nell’area per far vedere a che c’erano tutte le ricerche da parte della Regione per venire incontro a questi problemi. In altre regioni, come nel lazio si è agito in modo diverso e non si è penalizzata la cittadinanza”. Nel suo intervento il sindaco Giuseppe Iaria ha snocciolato le future manovre che verranno effettuate in difesa del punto nascita.
“Valuteremo la possibilità di impugnare il decreto, nella conferenza dei sindaci che convocherò probabilmente per giovedì prossimo, davanti al tribunale amministrativo regionale viste le varie discrasie tra decreto, dichiarazioni e prese di posizioni. Dopo di che – ha continuato Iaria – riteniamo di dover riprendere, per quanto disponibile, il movimento popolare in difesa del punto nascita”.
Iaria va giù duro affermando che “ancora non abbiamo notizie sulla definizione di un piano di rilancio dell’intero nosocomio”. Accorato l’appello di Misitano che, parlando della riorganizzazione dell’ospedale melitese, ha affermato che “deve essere fatto e subito da chi di dovere. Oggi siamo fermi al 22 dicembre. Sono tre mesi che non abbiamo risposte”. Toccante l’analisi del dottore Baccellieri che ha sottolineato come “togliere in un reparto come ostetricia-ginecologia il punto nascita, vuol dire creare un grande problema. Infatti c’è un rapporto di 4-1: ogni 4 ricoveri per parto c’é uno di ginecologia.
Tolta questa importante fetta non rimane nulla”. La mancanza di comunicazione da parte degli “ordini superiori” si evince anche dal fatto, come dichiarato dallo stesso Baccellieri, che “dopo aver ricevuto il decreto di chiusura ho subito inviato per informazione un fax al commissario straordinario dell’Asp Rosanna Squillacioti per sapere come dobbiamo comportarci in caso di arrivo di casi urgenti.
L’unica risposta avuta è stata la convocazione domani mattina (questa mattina, ndr) insieme anche ai commissari, ai responsabili del reparto di ostetricia e del responsabile del piano di rientro per discutere della situazione”. E mentre continua questa kermesse burocratica, si rimane in attesa della prima morte per capire come tale decreto, in assenza della creazione di punti per le urgenze, non fa altro che “trasferire il debito sanitario, anziché diminuirlo”.
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