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Sabato 1 marzo 2025, prima della solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo della diocesi di Locri – Gerace, monsignor Francesco Oliva, presso il santuario della Vergine Immacolata Nostra Signora dello Scoglio, Fratel Cosimo, dopo aver invitato tutti a elevare una preghiera alla Madonna, con l’ave Maria, ha effettuato una evangelizzazione, che riportiamo qui di seguito: “Un caro saluto di pace, di gioia, e di ogni bene nel nome del Signore rivolgo a tutti voi fratelli e sorelle, pellegrini di speranza convenuti in questo Santuario mariano e giubilare per incontrare Colei che da oltre mezzo secolo veglia in questa valle quale Madre di consolazione e di sicura speranza.
Il vostro pellegrinaggio in questo luogo di grazia vuole esprimere che i vostri cuori sono attratti dal richiamo e dall’amore materno della Vergine Santissima Immacolata, Nostra Signora dello Scoglio. Oggi, nell’incontrare Lei, avete di certo innalzato la vostra preghiera ai piedi dello Scoglio benedetto, e sicuramente avete già ricevuto nei vostri cuori quella pace e quel ristoro che la Santa Vergine ha promesso per tutti coloro che si raccolgono in devota preghiera presso l’umile Scoglio. E’ Lei che parla ai vostri cuori, è Lei che vi invita a venire in questo angolo solitario di terra, per gustare la pace interiore, e allo stesso tempo la riconciliazione con il Signore.
Il Santuario dello Scoglio è stato designato dal nostro vescovo, “Santuario giubilare”, per cui il giubileo è un tempo propizio per avere un incontro personale con il Signore Gesù, porta della nostra salvezza e della nostra speranza. E in virtù del giubileo, noi e voi tutti pellegrini possiamo ottenere l’indulgenza plenaria ogni volta che visiteremo il Santuario e pregheremo secondo le norme stabilite dalla chiesa. Ora, con questa predisposizione d’animo, vogliamo ascoltare la Parola del Signore tratta dal Vangelo di Luca cap. 6 dal v. 39 al v. 43: “Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?
Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono”. Cari fratelli e sorelle, nel brano del Vangelo di Luca che abbiamo ascoltato, Gesù conversando con i suoi discepoli narra in maniera molto chiara una parabola e dice: “Può forse un cieco guidare un altro cieco?”. Direi proprio di no, perché è impossibile. Comunque, il risultato per Gesù è questo:
che l’uno e l’altro insieme andranno a finire tutti e due in un fosso. Cerchiamo di comprendere il significato delle parole di Gesù. Faccio un esempio: Se io cammino nel buio, nell’oscurità, nelle tenebre e vivo privo della luce di Dio, come faccio ad essere guida e luce a chi vive nel buio come me? Vale a dire che entrambi, cioè tutti e due andiamo a finire, proprio come ha detto Gesù, in una fossa. Quindi, chi non accoglie Gesù nella propria vita, che è la luce che guida i nostri passi, alla fine del cammino va incontro ad una fossa. Gesù è venuto come luce che rischiara le tenebre, affinché l’uomo possa vedere dove finisce la propria strada e non cada nel buio in eterno. E’ solo e soltanto se viviamo in Gesù Cristo, e le sue parole vengono osservate nella nostra vita, che noi possiamo camminare sulla strada della salvezza, perché è Lui la vera luce, la luce che illumina gli occhi del nostro cuore e di ogni uomo e di ogni donna sulla terra.
Cerchiamo dunque, di essere veri seguaci, discepoli del Signore, camminando sempre sulle sue orme. E per essere veri discepoli, bisogna vederci chiaro, non solo per togliere la pagliuzza dall’occhio del nostro fratello o della nostra sorella, ma anche per togliere prima la trave che abbiamo nel nostro occhio, cioè, il male che c’è in noi, dentro di noi. E per poter avere una chiara visione, dobbiamo avere sempre davanti a noi, ai nostri occhi, Gesù Cristo, che è la vera luce, allora sì che possiamo vedere i nostri difetti in tutta la loro gravità, e così potremo farci un esame di coscienza per essere liberati. Disse Gesù: Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è albero cattivo che produca un frutto buono. Sforziamoci dunque, di vivere vicini al Signore, e mai lontani, altrimenti non possiamo generare altro se non solo dei frutti cattivi. Teniamo sempre presente che un uomo buono, che ha veramente accolto il Signore nella propria vita, produce frutti buoni. Quali sono dunque questi frutti buoni? Ovviamente sono i frutti della vita di Dio. E concludo citando il libro del Siracide al cap. 27 v. 6: “Il frutto dimostra come è coltivato l’albero, così la parola rivela i pensieri del cuore”.
Ciò significa che la nostra bocca parla di tutto quello che alberga nel nostro cuore. E non dimentichiamo quello che ha detto Gesù: “Conoscerete l’albero dal frutto”. L’albero è inteso come ciascuno di noi, mentre i frutti sono il nostro operato. L’Immacolata, Nostra Signora dello Scoglio, ci aiuti a portare sempre nella nostra vita buoni e abbondanti frutti di carità cristiana, di conversione, di amore, di pace e di speranza. Dite Amen. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo. “
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