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Lunedì 2 settembre prenderanno il via le attività preliminari della nuova campagna di scavo archeologico nei santuari dell’antica città di Locri Epizefiri. Questo progetto, finanziato dal Ministero della Cultura su iniziativa del Direttore Generale Massimo Osanna, è promosso dalla Direzione regionale Musei Calabria. La direzione scientifica è affidata al prof. Filippo Demma, mentre il Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà e la Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università di Bologna, sotto la guida della Prof.ssa Elisabetta Govi, forniranno il supporto scientifico.
La collaborazione rientra tra le attività previste dalla convenzione stipulata lo scorso aprile tra la Direzione regionale Musei Calabria e l’Università di Bologna, finalizzata alla ricerca, valorizzazione e miglioramento della fruizione del patrimonio culturale della regione.
Gli scavi si concentreranno su due dei principali santuari della città locrese: il Thesmophorion e il Tempio situato in località Marasà. Nel Thesmophorion, l’obiettivo degli scavi sarà quello di ridefinire i confini originari dell’area sacra, permettendo così di ottenere una maggiore comprensione della struttura e dei suoi rapporti con i santuari circostanti. Nel sito di Marasà, invece, verrà aperto un nuovo saggio stratigrafico in un’area che non è mai stata esplorata precedentemente con tale metodologia.
Parallelamente agli scavi, verrà allestito un cantiere didattico aperto agli studenti dell’Università di Bologna, in linea con i principi dell’Archeologia Pubblica. Questo cantiere sarà accessibile anche al pubblico, che potrà seguire i progressi delle ricerche attraverso visite guidate, conferenze periodiche e aggiornamenti sui social della missione archeologica.
«Continua anche nel campo degli scavi archeologici – sottolinea il Direttore Filippo Demma – il grande lavoro riportare alla luce la storia della Magna Grecia; è il segno del nuovo corso che investe i beni culturali e i luoghi della cultura calabresi. La collaborazione con un Ateneo di eccellenza come l’Alma Mater Bolognese è un punto qualificante del progetto, che consentirà anche di formare i giovani archeologi in uno dei contesti più interessanti del Mediterraneo».
«Questo progetto – ha spiegato la Direttrice del sito Elena Trunfio – rappresenta un ulteriore tassello per mettere in pratica la visione strategica che abbiamo immaginato per la riqualificazione del Parco. L’indagine archeologica ci permetterà di migliorare la comprensione del sito e una maggiore consapevolezza costituisce garanzia di scientificità nel racconto che offriremo ai nostri visitatori. Il Tempio di Marasà è il luogo più iconico di Locri Epizefiri: riprendiamo dopo oltre cento anni gli scavi nella stessa area che permise a Paolo Orsi di recuperare il famoso gruppo scultoreo dei Dioscuri. E’ una grossa opportunità, nonché una sfida, che stiamo cogliendo con grande entusiasmo, oltre che con impegno scientifico».
“La partecipazione dell’Università di Bologna al progetto di ricerca e di scavo a Locri Epizefiri – ha detto in conclusione la Prof.ssa Elisabetta Govi – costituisce per i nostri studenti una straordinaria occasione di conoscenza di uno dei siti più importanti della Magna Grecia e del Mediterraneo, dando la possibilità di maturare una preziosa esperienza nell’ambito della “archeologia del sacro”, un filone di indagine tra i più complessi e importanti. La collaborazione tra la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Bologna e la Direzione regionale Musei Calabria garantisce la sinergica condivisione di obiettivi formativi, mettendo in atto le più avanzate metodologie di ricerca e le migliori strategie di gestione e valorizzazione dei beni archeologici”.
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