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“ Salute e benessere” è stato il tema del convegno, organizzato dal Centro socio culturale “ Insieme”, presieduto da Rosaria Rizzo, presso il Circolo di Riunione di Lamezia Terme. Sull’argomento hanno relazionato il dottor Giancarlo Gaetano, direttore sanitario presso le Terme di Caronte di Lamezia Terme, per quanto riguarda le metodiche naturali di cura e il dottore Sebastiano Di Salvo, dirigente medico dell’Unità Operativa Complessa di Epatologia dell’Azienda Ospedaliera Policlinico Mater Domini di Catanzaro, per quanto riguarda l’ Omeopatia e la salute per una medicina integrata. Dopo l’apertura dell’incontro, moderato dalla vicepresidente del Centro Lina Latelli, il dottor Gaetano ha approfondito, tra l’altro, alcune tematiche relative alle terme calabresi, agli effetti terapeutici delle acque termali, alle tecniche di cura e alle patologie trattabili con le acque termali. In Calabria si trovano diversi tipi di acque classificate in base al residuo fisso. «Le acque più leggere sono le oligominerali che aiutano la diuresi mentre le acque minerali sono quelle utilizzate per le cure termali» ha chiarito il dottor Gaetano aggiungendo che in Calabria sono sei gli stabilimenti termali tra cui le Terme di Caronte a Lamezia Terme esistenti fin dal 1766. Qui viene utilizzata l’acqua sulfurea per le patologie respiratorie con le inalazioni, con l’ aerosol , con l’Humage e i cateterismi tubarici a pressione all’interno dell’orecchio. Le patologie artro-reumatiche si curano invece con i fanghi che sono prodotti in ogni stabilimento termale in base alle caratteristiche delle proprie acque. « La terapia termale – ha spiegato il dottore Gaetano – può essere inserita nei protocolli di terapia per le patologia croniche alternandola con la terapia farmacologica. Da studi approfonditi risulta che con la terapia termale si riduce il consumo di farmaci con notevole risparmio per il Servizio sanitario nazionale». Oggi esistono altri metodi naturali di cura che si ricollegano alla medicina omeopatica, scoperta nel ‘700 dal medico e chimico tedesco Samuel Hahnemann e usata in integrazione con la medicina classica. L’omeopata deve essere disponibile ed umano verso il malato di cui «deve comprendere tutta la personalità psichica e le personali vicissitudini altrimenti non saprà cosa curare nel malato, perché non lo conosce e non lo ha capito» ha precisato il dottor Di Salvo. Pertanto il trattamento deve fare in modo che l’ammalato diventi libero, indipendente, capace di aprirsi al mondo del pensiero, delle idee, delle essenze, il tutto per la sua realizzazione spirituale. Stimolando nel malato la voglia e la volontà di vivere, si agevola il suo recupero per il piacere della vita rinnovata e liberata dai fattori negativi che la rinchiudono nell’egoismo autistico infantile.
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