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Ricordato il notaio lametino Gennaro Anania, scomparso un anno fa, nel corso della presentazione del libro “ Il cielo è azzurro come i tuoi occhi neri” di Domenico Sorace, per l’incisiva connessione del suo percorso biografico e politico ai momenti storici trattati nel volume e per la sua sensibilità volta al bene della città di Lamezia Terme.
Il libro racconta l’amicizia di due ragazzi e le loro vicissitudini, segnate da differenti scelte ideologiche, intrecciandosi con momenti storici della vita politica internazionale e nazionale tra cui il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro ( 16-3-1978) per mano delle Brigate Rosse. L’avvocato Graziella Astorino, nelle vesti di relatrice e moderatrice dell’incontro, prendendo spunto dal triste episodio politico dell’assassinio di Aldo Moro, di cui il notaio Anania era stato allievo all’Università di Bari, e con il quale aveva instaurato legami di amicizia anche epistolare, ha messo in luce la spiritualità del notaio e il suo profondo amore per la verità che « si identica con Dio che è amore» e con l’amore per gli uomini.
Una fede che il notaio non abbandona mai e che lo colloca accanto ai grandi uomini, come Giorgio La Pira, Aldo Moro, Giuseppe Rossetti ed altri, che hanno operato all’insegna dell’amore per Dio mettendo la persona al primo posto nonostante la presenza del terrorismo, che seminava morte e dolore. Oggi la politica ha preso un’altra direzione in quanto «non c’è – secondo l’avvocato Giancarlo Nicotera – formazione, né una scelta ideologica accompagnata dalla cultura dei valori che consente il dialogo e il confronto con l’avversario. Bisogna essere liberi dal bisogno per fare politica».
Già il notaio Anania aveva denunciato, anche attraverso alcuni scritti sulla rivista “ Riflessioni”, la scarsità dei valori della classe politica calabrese il cui rinnovo doveva partire dal rinnovamento dei parlamentari. «Solo pochi svolgono la loro attività con competenza , con spirito di servizio e con vicinanza al popolo; il resto è deserto, cioè parlamentari che procedono per il proprio tornaconto: il loro camminare è un percorso nel deserto» scriveva aggiungendo che è difficile sostituirli finché dura questo sistema elettorale che permette loro di fare i parlamentari a vita. Auspicava pertanto l’avvento di parlamentari calabresi animati dallo spirito di servizio, della difesa dei poveri, della soluzione dei problemi sociali, della vita e della libertà religiosa, difensori dei disoccupati, dei poveri, degli anziani che vivono in miseria, sostenitori dei giovani che hanno meriti nello studio e nella ricerca, uomini e donne che siano capaci di spendersi per il bene degli altri. L’altezza umana, morale, sociale e politica è l’eredità che il notaio Anania lascia alla città di Lamezia Terme che avrebbe dovuto tenere in maggiore considerazione questo personaggio per i suoi meriti e i suoi insegnamenti i quali «per alcuni – per l’avvocato Astorino – sono stati vani tanto che nell’ ultimo periodo della sua vita è stato abbandonato nell’amicizia e lasciato solo anche nel giorno del suo funerale senza neanche ascoltare il dolore dei suoi figli».
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