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Un fuori programma di altissimo livello quello inserito nel cartellone della rassegna teatrale “Vacantiandu 2016-17”, organizzato dai Teatri calabresi associati, in collaborazione con l’associazione teatrale “I Vacantusi” e con il patrocinio del Comune di Lamezia Terme, in occasione delle festività natalizie. Giovedì 15 dicembre alle ore 21:00 al teatro Politeama “Franco Costabile” ci sarà la bravissima Giuliana De Sio in “Notturno di donna con ospiti” di Annibale Ruccello, regia di Enrico Maria Lamanna.
Un grande ritorno per Giuliana De Sio, che era già stata a Lamezia Terme, al Teatro Grandinetti, nella stagione di prosa 2003-2004 e al teatro “Costabile” nel 2011. Un dramma in due atti che vedrà sul palco, insieme alla De Sio, Gino Curcione, Rosaria De Cicco, Andrea De Venuti, Mimmo Esposito, Luigi Iacuzio. Scene di Roberto Ricci, costumi Teresa Acone, disegno luci Stefano Pirandello e musiche Carlo De Nonno.
L’evento di giovedì è stato organizzato grazie alla collaborazione tra le realtà teatrali calabresi, in particolare grazie al direttore artistico delle Stagioni teatrali calabresi Domenico Pantano. Una “sinergia organizzativa” che è tra le mission dell’associazione “I Vacantusi”, da sempre aperta ad ogni tipo di collaborazione per sostenere il teatro in Calabria, con eventi di qualità.
L’azione si svolge in una casa a due piani nella periferia di una metropoli: Adriana porta avanti la sua esistenza, nel caldo afoso, tra canzoni e note di un pianoforte, tra televisione ed una terza gravidanza, con un marito, Michele, che lavora di notte e ritorna a casa all’alba. Una sera accade che strani individui, temuti e desiderati da troppo tempo, si introducano in casa. Improvvisamente riaffiorano senza una logica i ricordi, angoscianti fantasmi del passato, che provocheranno in Adriana una reazione atroce, insensata, ma a lei necessaria per fuggire da quella prigione grigia e ossessiva.
Un progetto in definitiva che segna l’ideale ricostruzione del discorso su Ruccello, sulla violenza e modernità delle metropoli. Una serie di colpi di scena con un occhio al cinema “thrilling”; ma mentre “Le cinque rose” ha come riferimento il cinema di Hitchcock, di Argento, di Polanski, nel “Notturno” domina quello anni ’70, per intendersi di Scorsese e di Kubrik. I canoni sono sempre gli stessi: il luogo isolato, il protagonista barricato all’interno, la minaccia esterna che semina orrore e sgomento fino ad un catartico finale. Un percorso apparentemente triste, che però viene ravvivato ora da una miscellanea di sentimenti, ora da involontaria comicità.
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