Questo post é stato letto 18130 volte!
I finanzieri di Lamezia Terme (Cz), coordinati dalla D.d.a. della Procura della Repubblica di Catanzaro, nei giorni scorsi, hanno notificato quattro informazioni di garanzia, con contestuale avviso della chiusura delle indagini preliminari, nei confronti, fra gli altri, di due esponenti di elevata valenza criminale dei clan di ‘ndrangheta lametini, per estorsione.
In particolare, i provvedimenti magistratuali sono scaturiti a seguito di indagini di polizia giudiziaria, svolte dalle “fiamme gialle”, nel corso delle quali è stato accertato, fra l’altro, che un membro della “commissione” di una cosca egemone di Lamezia Terme, avvalendosi del potere intimidatorio derivante dal suo notorio status delinquenziale, ha imposto a diversi imprenditori locali la sua fittizia assunzione, quella della di lui moglie e quella della cognata.
Di conseguenza, gli indagati, non avendo mai di fatto prestato attività lavorative, si erano precostituiti – fraudolentemente – una falsa posizione contributiva ai fini pensionistici, ottenendo nel corso del tempo, indebito profitto derivante dai contributi previdenziali estorti ai loro apparenti datori di lavoro e da indennità di malattia e di disoccupazione erogate indebitamente nel frattempo dall’Inps.
Tale comportamento illecito è peraltro risultato “trasversale” e consueto nelle cosche lametine, poiché è stato accertato dalle “fiamme gialle” che anche un altro esponente di rilievo, peraltro di una cosca contrapposta alla prima, attraverso analogo modus operandi, aveva imposto la sua assunzione e quella di una sua congiunta ad un imprenditore agricolo, beneficiando anch’egli in tal modo di indebiti profitti simili a quelli sopra descritti (pensione e indennità previdenziali varie).
All’esito delle indagini, il gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme ha denunciato alla D.d.a. di Catanzaro i responsabili dei reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso e truffa aggravata a danno dell’Inps.
La Guardia di Finanza ha inoltre tempestivamente inviato le comunicazioni di rito all’Inps, che procederà al recupero delle somme indebitamente percepite nel tempo dagli indagati, quantificate in un totale complessivo di oltre 100.000 euro.
Questo post é stato letto 18130 volte!