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Centro Studi Aletheia scrive a riguardo degli impianti sportivi e dei problemi della città di Lamezia Terme. Di seguito pubblichiamo la nota inviataci dal Centro Studi Aletheia.
Centro Studi Aletheia su impianti sportivi in città
“Chiunque, non conoscendo Lamezia, potrebbe credere che i teatri e gli impianti sportivi rappresentino un problema centrale per la città. E, quindi, per così dire un punto programmatico strategico per l’amministrazione.
Se così fosse, il compito della commissione straordinaria, così pure del futuro sindaco, sarebbe del tutto semplice. Ossia stanziare le somme di bilancio necessarie e dare indirizzo agli uffici per attivare le procedure per eseguire tutti gli adempimenti di legge. Ed infatti, da quando si è insediata la commissione straordinaria non si parla d’altro a Lamezia. Così immaginiamo che la commissione sia stata impegnata, per ore, quantomeno per dare ascolto alle associazioni che rivendicano l’utilizzo gratuito delle strutture o la fornitura dei servizi ad ogni costo. Ma così non è”. E’ quanto sostiene il Centro Studi Aletheia.
Questione degli impianti sportivi
“I teatri e gli impianti sportivi sono importanti ma non rappresentano il principale problema della città e dell’amministrazione. Nell’immediato futuro parleremo delle emergenze dell’amministrazione ma per il momento anche il Centro Studi Aletheia intende intervenire sulla questione degli impianti sportivi per quanto ritiene che assuma un ruolo importante ma non esclusivo delle problematiche amministrative.
E’ importante perché di certo tutti desiderano che i propri figli frequentino strutture sportive pubbliche belle. Ma soprattutto sicure. Lo sport migliora le relazioni sociali ed aiuta i ragazzi anche a misurarsi ed a conoscere i propri limiti. In pratica aiuta i nostri figli a crescere in un ambiente sano”.
Promozione e funzione sociale dello sport
“La funzione sociale dello sport non richiede l’apertura ad ogni costo delle strutture non a norma. Ma richiede un’attività di pianificazione che, per Lamezia, con numerose zone a rischio di emarginazione sociale, non può che essere incentrato sulla promozione dello sport. In cui le strutture diventano un punto di partenza e non un punto di arrivo che realizza la richiesta di sport. Per esempio, se è importante la funzione sociale dello sport, non assume centralità il mega colosso palazzo dello sport di 14 milioni di euro. Bensì le strutture sportive di quartiere, abbandonate a se stesse, oppure le palestre scolastiche che, per legge, nell’orario extrascolastico devono essere aperte al territorio. Ciò vuol dire che non devono continuare ad essere luogo di palestre private a buon prezzo bensì spazio per i ragazzi e gli adulti dei quartieri. Sempre nell’ottica di promuovere spazi sociali di condivisione dello sport“.
“Ridisegnare l’uso dei beni”
“In una città di 70 mila abitanti, non sono, quindi solo importanti le richieste dello sport agonistico che ha solo l’esigenza di trovare pubblico sugli spalti ma, soprattutto, le richieste di sport sociale di migliaia di ragazzi. Ma anche di anziani e di famiglie che, al momento, in città, trova risposte solo per il sacrificio, la dedizione e le risorse delle parrocchie. Pertanto, occorre ridisegnare l’uso dei beni comuni per indirizzarlo in percorsi di crescita sociale e non di rivendicazione elitaria. Si potrebbe dire lo stesso per i teatri o, meglio, per tutti gli altri palazzi della cultura. Non è solo importante la richiesta delle associazioni solo interessate al pubblico in sala ma la richiesta di migliaia di cittadini che vogliono fruire di spazi della cultura”. Conclude così la nota del Centro Studi Aletheia.
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