Unci AgroAlimentare: Stato di calamitá per la mitilicoltura

Gennaro Scognamiglio

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Gli allevamenti di molluschi stanno affrontando una crisi senza precedenti. A contribuire alla difficoltà del settore non è solo l’invasiva presenza del granchio blu, ma anche i cambiamenti climatici, che stanno decimando la produzione e minacciano di compromettere gravemente il futuro della mitilicoltura. È questo il grido di allarme lanciato da Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare.

“Siamo di fronte a una situazione molto grave,” afferma Scognamiglio, “che riguarda numerose realtà in tutto il Paese. L’aumento delle temperature medie, in particolare durante l’estate, con ondate di calore straordinarie, sta innescando una serie di fenomeni che minano l’equilibrio dell’ecosistema marino. Questi eventi non solo mettono a rischio la biodiversità, ma favoriscono anche la diffusione di specie invasive come il granchio blu. Le temperature elevate durante la fase riproduttiva, unite alla scarsa ossigenazione delle acque dovuta alla proliferazione di microorganismi e piante che producono mucillagine, rendono l’ambiente invivibile per i molluschi, decimando così la produzione di cozze e vongole.”

Scognamiglio sottolinea inoltre come il problema si fosse già manifestato lo scorso anno, ma quest’estate la situazione è diventata ancora più critica. “Intere aree note per la produzione di molluschi di qualità sono state devastate, con gravi ripercussioni economiche e occupazionali. Il prodotto ‘made in Italy’ sta scomparendo dalle nostre tavole, e rischiamo di avere un Natale caratterizzato da prodotti di importazione di qualità inferiore e a prezzi più alti.”

“La situazione richiede un intervento immediato e straordinario delle istituzioni,” continua Scognamiglio. “Chiediamo innanzitutto che il governo dichiari lo stato di calamità per il settore della mitilicoltura. Inoltre, è necessario riconoscere l’impatto devastante dei cambiamenti climatici sull’intero comparto della pesca, attivando misure specifiche. La pesca e l’acquacoltura devono poter accedere al Fondo rischi climatici. Infine, il Piano Triennale Pesca va rifinanziato per il triennio 2025-2028, così da promuovere l’innovazione e favorire il ricambio generazionale nel settore. È indispensabile, inoltre, attivare strumenti di tutela sociale per i lavoratori.”

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Author: ntacalabria