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L’industria della musica continua a crescere, rinnovandosi ed evolvendosi per poter stare al passo con i tempi e, soprattutto, con gusti e abitudini dei consumatori.
Per poter ricondurre quanto recentemente accaduto ad estrema sintesi, si potrebbe sintetizzare come i contenuti musicali siano sempre di più smaterializzati e slegati dal concetto di supporto fisico ma, contrariamente a quanto avveniva anche nel recente passato, non siano più correlati al download, bensì allo streaming, i cui tassi di crescita a livello globale superano il 40% su base annua (e il 60% nel nostro Paese).
Non solo. In un simile contesto, lo studio condotto da Recovery Data e illustrato nell’infografica sottostante, ci informa che il 90% degli utenti che ascolta musica in streaming lo fa con uno smartphone, anche se ogni fascia di età lo fa in maniera differente, con un evidente privilegio per gli under 25, rispetto agli over 55.
Per quanto attiene le tendenze, il genere musicale più ascoltato si conferma il pop (64%) tallonato a breve distanza dal rock (57%). Gli altri generi più gettonati da chi ascolta la musica sono l’elettronica (32%), le colonne sonore (30%) e l’hip-hop (26%).
Una categorizzazione che sembra ripercuotersi anche nella classifica dei 10 dischi più venduti a livello globale nel 2017 (i dati 2018 non sono ancora disponibili): al primo posto si piazza infatti Ed Sheeran, davanti a Taylor Swift e a Pink. Sotto il podio troviamo Rag’n’Bone Man e, ancora, Sam Smith, U2, Kendrick Lamar, Eminem, Harry Styles e Bruno Mars.
Dagli album ai singoli, la classifica non cambia di molto, anche se emergono più “tormentoni”. Al primo posto troviamo sempre Ed Sheeran con Shape of you, mentre al secondo posto spicca Despacito, di Luis Fondi, davanti a Something Just Like This dei Coldplay & The Chainsmokers. Nell’elenco dei 10 singoli più venduti troviamo anche Bruno Mars, Kendrick Lamar, Charlie Puth, DJ Khaled, e Imagine Dragons.
E il futuro? Che cosa ci riserva il 2019 per l’industria musicale globale?
A detta degli osservatori, i trend che abbiamo già avuto modo di considerare nell’ultimo biennio dovrebbero prevalere anche nei prossimi mesi. Pertanto, ci attendiamo innanzitutto una ulteriore predominanza dello streaming, che già nel 2017 era stato in grado di superare i supporti fisici quale strumento più utilizzato per poter fruire di contenuti musicali, e che nel 2019 dovrebbe confermarsi largamente al primo posto, erodendo non solamente i supporti fisici quanto anche il download di file musicali.
Per quanto poi concerne le modalità di fruizione dello streaming musicale, troverà conferma la possibilità di ascoltare la musica “ovunque”. Al lavoro grazie al pc, in auto grazie alla radio, mentre si fa jogging grazie al proprio smartphone o a lettori mp3, o ancora in casa grazie alle smart tv o, magari, grazie ai nuovi hub di Google e Amazon.
Insomma, l’industria musicale è tutt’altro che in crisi, come invece qualcuno era portato a ritenere qualche anno fa, quando si ipotizzava che lo streaming e il web avrebbero eroso i ricavi delle sette note. E, in tal senso, anche il 2019 sembra essere pronto a smentire ogni sventura.
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