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“Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta!”. È la canzone razzista, forse non tanto ingenuamente cantata nell’oratorio San Giovanni Bosco di Ghedi (Brescia), dai bambini che festeggiavano la chiusura del centro estivo, evento organizzato dalla parrocchia del posto.
A dissociarsi da tale esecrabile atto è il parroco don Alberto Boscaglia:
Non ero a conoscenza dell’episodio né del video. Se è questo ciò che è accaduto, è un episodio da stigmatizzare. L’oratorio si dissocia e sentirà i ragazzi. Mi dispiace, perché non rispecchia la nostra realtà, dove c’è grande integrazione con i molti lavoratori che vengono dal Sud.
La insana responsabile di questo atto ignobile è la filosofia stessa che lo ha suggerito e che ha portato all’ennesimo scandalo di discriminazione. Ci sarebbe da chiedersi, inoltre, se non sia il caso che si prenda coscientemente atto di questa provocazione, pure se a causarla siano stati dei ragazzi. Non si può trascendete a ciò: si finirebbe per minare (in un sol colpo) le fondamenta della cristianità. Non si capisce infatti perché, in una società che si rispetti, dove, in teoria, i diritti di ogni singolo cittadino dovrebbero essere alla base soprattutto della formazione adolescenziale e al di sopra di qualsivoglia altro principio morale, ebbene non si capisce perché i genitori dei ragazzi non sono intervenuti per interrompere in tempo l’esecrabile atto. Ci auguriamo, pertanto, che tali episodi non si ripetano e che ci si renda definitivamente conto che “meridionali o meno” siamo tutti figli dello stesso Dio e della stessa Nazione.
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