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Anche se numerosi passi in avanti sono stati effettuati nel panorama delle energie rinnovabili nelle aziende, ampi sembrano ancora essere i margini di miglioramento per l’implementazione delle energie sostenibili all’interno delle piccole e medie organizzazioni.
Non è certamente un caso che la transizione del sistema energetico del nostro Paese verso un nuovo contesto a più ridotte emissioni di co2 sia un obiettivo centrale per la Strategia Energetica Nazionale in atto, e che proprio attraverso tale obiettivo si auspica di poter dare una marcia in più all’evoluzione tecnologica, alla competitività del Sistema Italia e al contrasto al cambiamento climatico.
Ricordiamo che la Strategia Energetica Nazionale, con un particolare occhio sulla relazione tra energia e infrastrutture, sviluppata dai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente del precedente esecutivo, ha come finalità quella di raggiungere una quota di rinnovabili pari al 28% dei consumi entro il 2030, e al 55% della produzione di energia elettrica. Numeri evidentemente molto importanti, non ancora a piena portata di mano, ma che rappresentano comunque una sfida che l’economia del nostro Paese, e in particolar modo le pmi, non possono certamente rinunciare a popolare e a influenzare.
Appare peraltro evidente che un ruolo di supporto al raggiungimento di questo obiettivo lo conferisce il fatto che le fonti rinnovabili sono diventate molto più competitive del passato, con costi di generazione in diminuzione, tanto da rendere meno competitive le fonti convenzionali. Sia sufficiente rammentare che il prezzo dell’elettricità a Megawattora (MWh) è passato in 10 anni da un incentivo di 490 euro/MWh a meno di 40 dollari/MWh, mentre nell’eolico il dato è passato dai 180 euro/MWh a meno di 30 dollari/MWh.
Per poter cogliere tutte le opportunità che sono riservate da questo contesto in evoluzione, la Strategia Energetica Nazionale si sofferma anche sul fatto che la transizione energetica verso le rinnovabili deve accompagnarsi di pari passo con la digitalizzazione delle infrastrutture, un passaggio cruciale per consentire di aumentare la quota di rinnovabili nel mix energetico.
Concludiamo infine sottolineando come a livello globale, stando all’ultimo rapporto dell’IEA (International Energy Agency) entro il 2022 la capacità di generazione da fonti rinnovabili aumenterà del 43%, con un ritmo davvero notevole. In altri termini, in pochi anni si produrrà la metà dell’energia che viene oggi prodotta dal carbone, che tuttavia ha quasi 100 anni di storia alle proprie spalle.
In tale scenario, l’Italia può diventare una realtà sempre più importante e sempre più attraente per gli investitori internazionali lungo tutta la filiera, puntando sull’innovazione e sulla capacità di mettere in discussione i propri modelli di business aziendali per poterli rivedere al passo con i tempi, e con le nuove e mutate esigenze del mercato energetico nazionale.
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