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di Raffaella Cannatelli
In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita nel 1999 dall’ONU, anche a Vibo Valentia si è tenuto ieri un significativo convegno sul tema, al quale hanno partecipato importanti personalità istituzionali, scolastiche e mediche della città.
Dal dibattito è emersa soprattutto l’inverosimile contraddizione che riguarda il ruolo della donna in Calabria. Si parla di una donna sottomessa ad una autorità maschile dominante, oppure di una donna autoritaria attiva all’interno di una comunità mafiosa.
Su questo punto hanno focalizzato i loro interventi il Procuratore di Vibo, Mario Spagnuolo, il colonnello provinciale dei carabinieri, Daniele Scardecchia, e il vice questore Corrado Basile; i tre hanno evidenziato quanto importante sia cambiare la mentalità meridionale nei confronti delle donne, e di quanto bisogna educare le stesse ad avere una concezione moderna e dignitosa di se stesse. Hanno, inoltre, chiarito con quanto impegno Carabinieri e Polizia si muovano su tutto il territorio provinciale per intervenire nei casi di violenza. Non hanno affrontato solamente l’importanza focale della denuncia nei confronti del carnefice, ma anche della funzione preventiva, di ascolto e sostegno che sono preparati e pronti ad offrire in casi di abuso.
Il momento topico del convegno è stato l’intervento di Roberta, una ragazza quasi trentenne vibonese, che dopo essere stata stuprata e picchiata da un ex violento e possessivo, è riuscita a trovare la forza di denunciare il suo aguzzino, sostenuta dall’aiuto affettivo e psicologico della dottoressa Caterina Patania che, insieme a don Enzo Varone, hanno creato il centro antiviolenza “Donna ViVa”, attivo a Vibo da alcuni mesi.
Peccato che in tutta la provincia non esista un centro specializzato che si occupi delle vittime di abusi. Il Procuratore Spagnuolo ha denunciato la difficoltà che la magistratura si trova ad affrontare ogni qualvolta hanno a che fare con episodi di violenza, a causa della mancanza di strutture e personale preparato in materia di abusi.
Oltre al CAD ViVa, numerosi sono i progetti sostenuti dai rappresentanti scolastici vibonesi per una funzione informativa all’interno delle scuole superiori. Tra queste il programma di difesa personale destinato alle studentesse delle scuole superiori di Vibo, curato dal maestro di arti marziali Enzo Failla.
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