San Costantino di Briatico, Presepe della comunità nel nome dell’identità

Presepe San Costantino di Briatico

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di Franco Vallone

Lavorare al recupero della propria identità e delle proprie radici, attualizzare la Nascita Santa nel contesto del proprio tessuto urbano dove la comunità vive quotidianamente tutto l’anno. Per far conoscere a tutti i visitatori come l’occasione dell’allestire un presepe vivente può divenire un metodo per rendere l’aspetto scenico, che il paese offre, un vero e proprio punto d’eccellenza.

Don Giuseppe Leccese, parroco del paese e tutta la comunità parrocchiale, nel periodo natalizio per ben tre volte, compreso il giorno dell’Epifania, hanno avuto modo di valorizzare sapientemente gli incantevoli e suggestivi luoghi di San Costantino di Briatico. La gente del luogo per mesi ha dedicato il tempo libero al recupero dell’arcaico e misterioso luogo denominato “Ammu”, la parte più antica e fascinosa di San Costantino, cercando di rendere ancora più suggestivo il percorso costruito in questa nuova edizione rivisitata per l’occasione, nei luoghi, nelle scene, nei costumi e nella gastronomia.

I luoghi ricercati, tra le pieghe del vissuto e del dimenticato di San Costantino, hanno evocato alla memoria tanti angoli e spiragli di vita quotidiana realmente vissuta dalle generazioni passate. E’ un’operazione culturale che commuove profondamente se si pensa che oggi questi antichi luoghi riprendono vita, passi e sguardi, e continuino, ancora una volta, a rappresentare l’identità di questo piccolo paese della Calabria.

Dislocati lungo il percorso gli interventi scenici hanno fatto rivivere alcuni momenti salienti legati alla tradizione religiosa della natività, dall’Annunciazione all’arrivo dei Re Magi. Ogni scena  popolata da persone del luogo che per un giorno si sono calate nei panni di artigiani, pastori, contadini e popolani di un tempo, immersi in un contesto realistico ricercato e con un supporto scenico costituito da vecchie case rurali, dagli animali da cortile, fontane, un lavatoio, ponticelli e da una folta vegetazione.

Tutti i costumi di scena riproducevano gli abiti dell’antica Betlemme e sono stati realizzati, con particolare impegno, da volenterose donne del luogo. La parte gastronomica, elemento non marginale della tradizione natalizia, ha visto la preparazione di pietanze tipiche inserite  nei vari contesti scenici dove si sono potute degustare, direttamente in loco,  zeppole, curujicchie, pane cotto a legna, focacce e pizze accompagnate da vino rosso prodotto da vigneti del luogo.

Un vero e proprio grande impegno comunitario firmato dalla comunità parrocchiale di San Costantino di Briatico, un itinerario magico dell’anima, un percorso della memoria capace di garantire emozioni di sacralità, spunti culturali, senso dell’appartenenza, ma anche di una piacevole riscoperta di sapori antichi della tradizione.

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