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di Katia Colica
Esistono luoghi che sono stati traditi. Ai margini delle nostre città quiete e soddisfatte, vivono quartieri dimenticati. Adagiate in un abbandono dolente e silenzioso, intere aree e i loro sfortunati abitanti si accontentano di sopravvivere in una quotidiana lotta per non soccombere, lontani dagli occhi distratti della maggioranza. Luoghi come lo Zen di Palermo, le Vele di Scampia a Napoli, Librino di Catania. Luoghi come Arghillà di Reggio Calabria, ennesimo quartiere senza identità, la cui bellezza paesaggistica fa a pugni con il degrado urbano e sociale che l’affligge.
A raccontare queste esistenze ai margini è Katia Colica, architetto e giornalista, che nel suo libro Il tacco di Dio, appena pubblicato dalla Città del Sole Edizioni, è penetrata nel cuore del sobborgo reggino, accostandosi ai racconti di vite piegate, senza speranza e futuro.
Ad Arghillà è facile incontrare bande di ragazzini che dalla strada hanno imparato a crescere in fretta, prostitute bambine che escono al calare della sera, quando chi può si confina in casa, Qui vivono abusivi, immigrati, poveri, qui la prostituzione, lo spaccio, la miseria sono all’ordine del giorno. Questo è il quartiere dei Rom, confinati nella collina a nord della città in nome della “delocalizzazione”, e delle famiglie più povere che hanno occupato case di edilizia popolare, malsane e ai limiti della invivibilità.
Un reportage duro, che raccoglie un grido di rabbia e di amarezza, e di questo si fa eco in una narrazione che è insieme documento e poesia, ha la forza delle immagini proposte senza veli e la voce di coloro che hanno prestato la propria storia affinché potesse essere ascoltata dagli “altri”.
“Noi siamo il tacco di Dio e tutto ci è vietato”, dice una vecchia amareggiata alla fermata di un autobus che non passa quasi mai, e il suo sfogo è quello di tutte le donne intervistate nel libro, perché, come sempre, a pagare il prezzo più alto di sofferenza e disagio è proprio la popolazione femminile, che vede consumare i destini dei propri figli negli stessi meandri in cui si sono spenti i propri.
Il volume sarà presentato martedì 9 febbraio alle ore 16.30 presso il Salone della Provincia di Reggio Calabria. Interverranno: Tina Tripodi, vicepresidente del Consiglio Provinciale di Reggio Calabria, Pino Rotta, direttore di Helios Magazine, Tonino Perna, docente di Sociologia economica all’Università di Messina, e Nuccio Barillà, membro del Direttivo Nazionale Legambiente.
L’autrice
Katia Colica è nata a Reggio Calabria, dove vive. Architetto urbanista, esperta in pianificazione territoriale, è giornalista e scrittrice. Collabora a varie testale locali e nazionali. Ha pubblicato un racconto per gli Oscar Mondadori, “Col mare dentro”. Ha preso parte ad alcune antologie poetiche ed è stata finalista per la sezione poesia nell’ambito del premio istituito dalla “Fondazione De Andrè” con “La giostra sul marciapiede”. Ha collaborato per la stesura di sceneggiature teatrali, cortometraggi e reportage. Impegnata nella politica attiva, dal 2003 conduce ricerche sulle dinamiche urbane per il centro studi “Club Ausonia”.
Un duro reportage di cronaca quotidiana dalla punta dello stivale.
Dopo i tragici fatti di Rosarno, storie di esistenze ai margini
tra abusivi, immigrati, traffici di droga e prostituzione
Interverranno:
Tina Tripodi, vicepresidente del Consiglio Provinciale
Pino Rotta, direttore di Helios Magazine
Tonino Perna, docente di Sociologia economica all’Università di Messina
Nuccio Barillà, membro del Direttivo Nazionale Legambiente.
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