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E’ stata la giornata degli stranieri, dell’accoglienza e della tolleranza. Scenderemo in piazza per dire ai reggini e all’Italia cosa accadrebbe se decidessero di incrociare le braccia o andare via
Ieri Mattina, presso la sala dei Gruppi consiliari del Comune di Reggio Calabria, il Comitato reggino Primo Marzo 2010 ha presentato il programma e le rivendicazioni del “Primo marzo, il giorno dell’accoglienza e dell’integrazione”.
Il Primo marzo 2010. Alla conferenza è intervenuto anche Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, che, reduce dalla presentazione nazionale tenutasi a Roma, ha spiegato le origini e le principali motivazioni che hanno reso possibile e necessario lo svolgimento della giornata del “Primo marzo 2010 – 24 ore senza di noi” anche in Italia.
Quella che lunedì prossimo approderà in riva allo Stretto è una grande manifestazione non violenta dal respiro europeo, ispirata dalla francese Journée sans immigrés, 24h sans nous, ma che si estende a Spagna, Grecia ed altri paesi.
Presentato anche “«Mandiamoli a casa», i luoghi comuni. Razzismo e pregiudizi: istruzioni per l’uso” un dossier in cui vengono analizzati i principali luoghi comuni e pregiudizi del razzismo, poi smentiti da reali statistiche.
La parte preponderante degli immigrati presenti in Italia, ed anche a Reggio Calabria, lavora duramente e svolge funzioni essenziali per la tenuta di una società complessa e articolata come la nostra.
“Chiediamo che finisca, qui e ora, la politica dei due pesi e delle due misure, nelle leggi e nell’agire delle persone”.
Molti stranieri, dunque, “incroceranno le braccia”, mentre gli antirazzisti ed i lavoratori impossibilitati a scioperare indosseranno una fascia o un indumento giallo come gesto visivo e simbolico di solidarietà a questa parte fondante della nostra società.
Il Comitato reggino, rappresentato quest’oggi da una delegazione di lavoratori stranieri e cittadini reggini ha, inoltre, illustrato le rivendicazioni e proposte formulate a livello locale. Tra i presenti Khadija Lahzairi, Mohamed Zghouri, Christopher Chinedu, Hassan El Mazi, Ghatoussu Abderrahim ed alcuni reggini del Comitato.
Tra le rivendicazioni, scritte in 6 lingue, si leggono le dure critiche al piano legislativo esistente (pacchetto sicurezza e Bossi-Fini) la chiusura immediata dei Centri d’Identificazione ed Espulsione” (CIE), la richiesta di politiche di accoglienza per tutti i lavoratori stagionali e la reale attuazione delle politiche di integrazione nel nostro territorio, il diritto di cittadinanza per i nati in Italia ed i diritti di salute, lavoro e casa per italiani e stranieri, rifiutando in tal modo il principio della contrapposizione.
Sul piano locale, il decentramento dell’Ufficio immigrazione in provincia, in via sperimentale, come soluzione del problema di sovraffollamento e conseguenti ritardi burocratici ingiustificati nella lavorazione e rilascio dei permessi e delle carte di soggiorno, il monitoraggio delle denunce effettuate per mancato pagamento, pestaggi ed aggressioni razziste e mafiose, ma anche la tutela ed il monitoraggio di quanto accade ancora oggi in territori di sfruttamento schiavista del lavoro migrante come Rosarno, dove tra sgomberi e tensioni, continua il malessere dei lavoratori stranieri ancora presenti, dopo i disgraziatamente noti fatti di gennaio.
La consulta comunale degli stranieri, la grande delusione e la rabbia dei migranti reggini. Il Primo marzo reggino, inoltre, è fortemente caratterizzato dalla concomitanza delle elezioni della Consulta comunale degli stranieri. Domenica 28 febbraio, infatti, i circa 6.000 stranieri di Reggio andranno alle urne per eleggere i loro rappresentanti, un percorso iniziato nel 2005 e partito dal basso, come conferma il consigliere comunale Nuccio Barillà.
C’è grande scontento tra gli stranieri reggini. Dopo anni di battaglie, infatti, questo strumento di democrazia ha prodotto parecchi problemi alle comunità. A liste chiuse, a buona parte dei candidati è stata rigettata la richiesta, dopo che le comunità erano riuscite ad aggirare il già presente ostacolo delle “liste continentali”, attraverso una sorta di primarie con cui avevano scelto le candidature.
“In questo modo ci dividono – sostiene Hassan El Mazi – creano liti tra le comunità, tra fratelli e sorelle, tra marito e moglie”.
Così è possibile trovare un unico candidato per le liste di Europa e America, 2 per l’Asia e 4 per l’intera Africa. Queste esclusioni che, secondo i rappresentanti, non rispettano gli accordi fatti in precedenza (possesso di permesso o carta di soggiorno, non solo per votare ma anche per essere candidati) e l’impossibilità di rimpiazzare le candidature hanno provocato disagi e divisioni all’interno delle comunità.
“Proveremo ad utilizzare anche questo strumento, per quanto difettoso – ci dicono – ma restano le ingiustizie e le grandi difficoltà che la gestione di questa amministrazione ci ha provocato”.
Scenderemo in piazza da reggini e con i reggini. “Dobbiamo eliminare dal nostro linguaggio le parole immigrato e straniero – ci dice Khadija Lahzairi – perché escludono. Viviamo e lavoriamo qui per il bene di questa città”.
L’appuntamento è, dunque, per il primo marzo alle ore 15,00 in Piazza Garibaldi, da dove partirà un corteo che giungerà in Piazza Duomo, dove sarà allestito il “Villaggio dell’accoglienza e dell’integrazione” uno spazio multiculturale e multietnico.
L’invitando alle organizzazioni ed ai singoli cittadini, non è solo all’adesione, ma alla partecipazione scendendo in piazza ed indossando qualcosa di giallo, il colore scelto da tutti i Comitati.
Questi reggini scenderanno in piazza, il primo marzo sarà l’occasione per stare al loro fianco.
Ufficio Stampa
Comitato Primo marzo – Gruppo di Reggio Calabria
primomarzo2010reggiocalabria@gmail.com
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