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La fissazione nella capitale per il giorno 12 novembre del tavolo tecnico per la risoluzione dei problemi dei precari,LSU ed LPU , nonché sulla copertura finanziaria degli ammortizzatori sociali è da leggere positivamente e mostra una apertura del governo a tali problematiche con il coinvolgimento diretto nelle trattative delle organizzazioni sindacali.
Il consigliere regionale del Partito Democratico Giuseppe Giordano interviene su quella che può definirsi ormai una polveriera sociale in una Calabria martoriata e che dovrà spingere il governo, alle prese con le difficoltà di bilancio, a trovare le giuste risorse a favore di intere categorie sociali, alle quali sono stato vicino in questi anni durante la mia attività istituzionale, che per far sentire la loro voce sono state costrette ad adottare metodi di lotta molto forti e decisi con il blocco della circolazione sulle strade calabresi.
In tal senso, sottolinea Giordano, faccio mie le preoccupazioni manifestate dalla delegazione parlamentare calabrese del Partito Democratico e auspico un confronto che finalmente riconosca quei diritti che giustamente ,e per buona parte, sono rivendicati dai lavoratori alla luce di normative approvate e che non hanno trovato la loro attuazione per la mancata emanazione dei relativi decreti attuativi.
Mi riferisco in particolare, evidenzia il consigliere regionale, ai 50 milioni di euro previsti dalla legge di stabilità per l’annualità in corso e che ,se sbloccati, potrebbero portare alla definitiva sistemazione del bacino degli LSU ed LPU. A ciò si aggiunga, rimarca Giordano, la drammatica condizione delle migliaia di lavoratori che godono degli ammortizzatori sociali e che attendono ancora il pagamento delle spettanze riferibili ad alcune mensilità 2013 e per l’intero anno 2014.
Il riscontro positivo al tavolo tecnico, la partecipazione delle sigle sindacali, l’apertura manifestata dal governo, conclude Giordano, fanno ben sperare che la vertenza si concluda positivamente e si eviti così il rischio di una rivolta sociale che metterebbe in crisi il già fragile tessuto socioeconomico calabrese.
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