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Il “Federiciano” 2013 non delude le aspettative ed accoglie a Rocca Imperiale centinaia di poeti provenienti da ogni parte di Italia, lungo tutto lo Stivale, da Gela a Padova. Circa 2000 presenze nel corso degli eventi di sabato e domenica (la lettura delle poesie, lo svelamento e l’Estemporanea) che hanno consacrato, qualora ce ne fosse ancora il bisogno, Rocca Imperiale come unico “Paese della Poesia” in Italia. Circa 2.500 iscritti per quasi 8.000 poesie, numeri da capogiro per la casa Editrice Aletti di Guidonia (Roma).
La fila dei poeti davanti alla Sala Parsifal è iniziata dalle 15 di sabato. Tutti hanno voluto esserci per recitare i loro versi nel “Paese della Poesia”. Sono arrivati anche dalla Germania, dall’Inghilterra, dall’Ungheria. Le poesie giunte in redazione invece non conoscono confini: Canada, Stati Uniti e tanti partecipanti dai paesi dell’Est. Rispetto agli altri anni è cresciuta notevolmente la partecipazione dei poeti locali dell’Alto Jonio che non hanno voluto perdersi questa importante vetrina internazionale. Tra il continuo ricambio dei lettori al leggìo, una mamma commossa ha recitato la poesia del figlio che vive in Australia.
Il rocker Omar Pedrini, fondatore dei Timoria, ha impreziosito la manifestazione con la sua “La Follia”: questi versi sono stati svelati su una stele nel centro storico, in tarda serata, dall’editore Aletti e dal sindaco Ferdinando Di Leo. Lo stesso Pedrini, purtroppo per motivi di salute, ha dovuto abbandonare anzitempo la kermesse. Dopo la lettura delle poesie, tutti nel borgo antico per la consueta passeggiata dedicata allo svelamento delle stele, in un illuminato clima natalizio.
Con le sette di quest’anno, il “Paese della Poesia” si fregia oggi di 27 stele poetiche, una vera antologia a cielo aperto. Un prodotto unico per l’Alto Jonio e per l’intera Calabria. Dal castello sin giù alla Chiesa Madre, un percorso che ha visto la presentazione delle stele di: Alejandro Jodorowsky (“Il nostro incontro”), svelata dall’editore Giuseppe Aletti e dalla direttrice editoriale Valentina Meola; il consigliere comunale Nicola Bruno ha poi svelato la stele del premio Nobel Luigi Pirandello (“Elevazione”); Aletti e l’autore Rai Francesco Ventimiglia hanno svelato la stele con i 4 haiku giapponesi. E poi, applausi a scena aperta con la lettura de “La Follia” sulla stele di Omar Pedrini che da oggi sarà conservata a Rocca Imperiale.
La quinta e la sesta stele sono state dedicate ai vincitori dell’edizione 2013: l’emiliano Giuseppe Nardelli con “Gemme Primaverili” e il marchigiano Paolo Canafoglia con “Terre domenicali”. La sesta stele è stata posizionata proprio di fronte la casa nativa dell’editore Aletti, originario di Rocca, che a distanza di anni ha trasformato i suoi vicoli, quelli normali di un centro storico di un paesino del sud, in un prezioso scrigno di poesia.
Anche quest’anno (come ormai sta diventando simpatica tradizione del “Federiciano”) i vincitori non erano presenti al solenne momento. Infatti caratteristica del concorso è quella di non avvisarli preventivamente. Da qui un simpatico aneddoto. Tra i tanti poeti di quest’anno c’era anche Daniele Ninfole di Taranto, vincitore dell’edizione 2010. Quella sera di tre anni fa Ninfole era presente in sala ed ha letto la sua poesia, ma subito dopo ha pensato bene di rientrare a casa, ignaro che da lì a poco i suoi versi sarebbero stati svelati. Ebbene, dopo quell’episodio, il poeta pugliese ogni anno ritorna a Rocca Imperiale a salutare la sua stele, «quasi a voler espiare la mia colpa», ci confessa simpaticamente.
Il vincitore dell’Estemporanea della domenica invece, in virtù delle iscrizioni sul posto, è sempre presente. Al mattino vengono consegnate le tracce e nel corso della giornata i poeti creano i loro versi, letti in serata nella sala consiliare. Quest’anno il ricco cesto di prodotti tipici se l’è portato a casa il giovanissimo Luigi Palma (appena 17 anni) di Conversano (Ba) con la sua poesia “Burattino senza anima”. Lo svelamento del sabato sera, invece, si è degnamente concluso nella piazza del centro storico, dove su un muro che costeggia la Chiesa Madre è stata svelata dall’editore Aletti, dal sindaco Di Leo e dal parroco don Vincenzo Santalucia, a nome di tutta la comunità parrocchiale, la stele di Francesco d’Assisi, il “poeta del Signore”. E lì tra i vicoli del centro storico, nella notte dell’Immacolata Concezione, i versi del “Cantico delle Creature” hanno benedetto Rocca Imperiale, il “Paese della Poesia”.
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