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di Cristian Fiorentino
<<Voglio ringraziare gli occhi di mia madre, voglio ringraziare tutte le persone folli che hanno creduto in me in questi anni, voglio ringraziare la strada che mi ha insegnato come prendere un sacco di schiaffi abituandomi ad essere tanto forte nonché voglio ringraziare chi lì, sulla strada, mi ha notato e oggi qui mi ha premiato>>. Sintetizza così la sua vittoria Fabio Curto, l’Ulisse di Acri, a The Voice 2015 mentre nella sua città scoppiava il delirio totale tra caroselli e festeggiamenti di piazza. Alle blind, le selezioni a giudici di spalle, i coach si girarono tutti ma la scelta cadde sul team Facchinetti, Roby e Francesco. Un feeling nato sin dai primi istanti e proseguito in tutte le fasi eliminatorie sino ad arrivare alla finalissima a quattro. La concorrenza era tanta ma la differenza che ha premiato la voce di questo gigante acrese sta nell’umiltà di un ragazzo dai sani e genuini valori. Gli stessi che in milioni hanno riconosciuto e premiato attraverso il televoto: Fabio Curto ha totalizzato oltre il 72% delle preferenze. Percentuale toccata anche grazie ai suoi concittadini che a mò di finale mondiale sia mercoledì scorso che nelle fasi finali precedenti si sono radunati insieme fino a notte fonda per vivere sino all’ultima nota e acuto un trionfo molto particolare. In settimana si erano riversati sui social messaggi di invito a votare “Fabione” da ogni angolo d’Italia e del globo.
Così è stato per un ragazzo che incarna il sogno di tanti semplici giovani calabresi che con determinazione arrivano lontano. Un figlio di Calabria che per certi versi ricorda la voce di un artista come Claudio Maffoni ma che cresce con la vocazione musicale mantenendo un suo stile. La stessa passione che gli inculca Papà Elio, già voce e musicista dello storico gruppo popolare e folk di Acri dei “Cantannu Cuntu”, che ha gli occhi lucidi ad ogni esibizioni del figlio. Qui il parallelismo forte lo si scorge anche tra i Facchinetti e i Curto quando si parla di rapporto tra padre e figlio con quella complicità di cromosomi partoriti nelle melodie sonore. Il suo inedito proposto a The Voice “L’ultimo Esame” raccoglie nelle strofe il suo spirito da fantasista musicale con l’essenza della sua terra e le emozioni e i plausi raccolti tra la gente e per strada nella sua personale gavetta. Fabione raccoglie il testimone di Suor Cristina, vincitrice della scorsa edizione, tutta grinta, fede e sani principi che in certi tratti si riflette con il nuovo vincitore. Di certo entrambi sono meridionali ed esempi per nuove generazioni che devono e possono prendere a modello le ascese forti, oneste e coraggiose soprattutto tipiche di gente di Calabria: tra capa tosta e tanta tanta passione per una vocazione che sia canora o di qualsiasi altro settore.
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