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Recensione di Marina Crisafi pubblicata su Calabria Ora
Il mondo degli adolescenti. Gli amori, le amicizie, la scuola, la prima macchina, vecchia ma stupenda, le uscite, le bravate, i rapporti con i genitori, le liti e le bugie, e poi gli esami, la maturità, l’università e l’ingresso nell’età adulta con le sue ansie, le sue contraddizioni, i cambiamenti a volte insopportabili per chi è troppo fragile.
Si legge così tutto d’un fiato “Tre metri sotto il mare”, opera prima di Gabriele Fabiani, giovane autore calabrese, pubblicata per i tipi di CSA Editrice. Un titolo che rievoca, forse volutamente, un grande successo editoriale e cinematografico e che fotografa, allo stesso modo, un’intera generazione, quella adolescenziale nel suo viaggio verso il mondo adulto, senza mediazioni, senza filtri, con pregi e difetti, gioie e dolori e l’occhio attento di chi ha lasciato da poco quell’età ed è in grado di ricordare, di capire, di parlare lo stesso linguaggio.
Un linguaggio spontaneo, a volte sui generis, con uno stile narrativo che cattura e avvolge, facendo entrare il lettore in sintonia con i personaggi, rendendolo complice della loro vita, delle loro sensazioni, partecipando alle stesse emozioni del protagonista principale: Lorenzo.
Il classico “bullo” dal cuore morbido. In fondo un ragazzo come tanti altri, che il mondo adulto rinchiude nei soliti preconcetti per il modo di vestire, di atteggiarsi, e che, invece, si rivela sensibile, fragile, romantico, con la “testa a posto” e mete precise da raggiungere, come il superamento degli esami con il massimo dei voti. Così tra un’uscita con gli amici e un’interrogazione a scuola Lorenzo conosce e si innamora perdutamente di Rosemary.
Dopo un corteggiamento serrato, a ritmo di poesie e fiori appesi alla serranda del bar del padre, riuscirà finalmente a conquistare il suo cuore. Inizierà una storia d’amore bellissima, il primo vero amore che continuerà sin oltre la scuola con un’infinità di sogni e di progetti per il futuro.
Ma sarà proprio questo passaggio a cambiare le cose. Un passaggio che segna la fine dell’adolescenza, della spensieratezza assoluta che ti catapulta di colpo nel mondo dei “grandi”, un mondo troppo difficile, a volte, da gestire. Una storia affatto banale che riguarda tutti noi, il nostro passato, il nostro futuro, quello dei nostri figli e che si conclude senza respiro, fino al tragico epilogo, che fa riflettere.
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