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di Carmen Gullo
Risalgo tra i flutti,
devianze di addii,
passati remoti arrampicati tra le mie memorie.
Rinasco tra brevi lampi di gioia,
nell’assurdo concitarsi dei miei se,
i perché ora tacciono e scuotono forte il volgere delle azioni.
Attonita resto inerme,
mi faccio scivolare le acque sulle membra e seppur bagnata sento forte addosso il calore del sole.
È forte la corrente e il mio andarci contro è ancora più prepotente.
Arriva sempre il momento in cui da che ti lasci andare, ti lasci poi trasportare.
Ora, viva, si, viva e convinta di quel che sono,
ho caparbietà innate che si apprestano a farmi risalire il fiume.
È difficile,
come un tuffo in quel di ieri,
ma sento scivolare addosso angosce e dolori,
li vedo ma non li rivivo,
sono cose già passate,
perdonate e mai dimenticate,
che ora non fan più paura.
Risalire e nel mentre veder tutti farsi trasportare.
Ma io ho scelto,
per rinacere bisogna tornare alla foce.
Da li una nuova possibilità,
una nuova realtà,
da li mi potrò nuovamente lanciare nel fiume e lasciarmi trasportare.
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