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di Marina Crisafi su Calabria Ora
Altro gioco classico dell’infanzia, amato dai bambini e semplice per regole e svolgimento era “Regina reginella”. Si giocava rigorosamente in gruppo e, sovente, all’aperto, oppure in una stanza o un locale abbastanza ampio, perché era necessario molto spazio.
Scelto il luogo idoneo, il gioco si svolgeva così: dopo l’immancabile conta, un componente del gruppo, in genere, una bambina, veniva designata a fare la “regina” e doveva porsi ad un punto estremo del campo da gioco, seduta in un immaginario castello lontano. Tutti gli altri bambini, invece, diventavano “ambasciatori” e si sistemavano su una linea di partenza, in riga dirimpetto alla regina, all’altra estremità del campo da gioco.
Ogni partecipante, a turno, chiedeva: “Regina reginella quanti passi devo fare per arrivare al tuo castello con la fede e con l’anello, con la punta del coltello?”. La regina doveva rispondere assegnando un numero di passi a piacimento, associandoli, di volta in volta, ad un animale diverso. Per esempio, rispondeva: “devi fare cinque passi da leone” oppure “quattro passi da formica” e così via. Il numero era variabile in genere da uno a cinque e i passi erano ispirati all’animale prescelto: un piede avanti all’altro per la formica; un balzo lungo per il leone e uno a piedi uniti per il canguro; al galoppo per il cavallo; strisciando per il serpente e, addirittura, all’indietro per il gambero.
Chi sbagliava il numero dei passi o perdeva l’equilibrio, a insindacabile giudizio della regina, doveva ricominciare da capo. Chi arrivava per primo al castello vinceva il turno di gioco e prendeva il posto della regina nel giro successivo. E il gioco ricominciava. Naturalmente, più grande era l’animale prescelto dalla regina, più lunghi erano i passi che consentivano di avvicinarsi rapidamente al castello. L’imparzialità e la simpatia della regina erano quindi determinanti per il gioco. Il divertimento stava proprio in questo e nell’impegno per interpretare verosimilmente i passi da animale assegnati, anche quando sfavorevoli.
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