Questo post é stato letto 29140 volte!
di Marina Crisafi
Turano, giornalista e drammaturgo, reggino di nascita ma milanese d’adozione, è riuscito con una trama per nulla scontata a creare un ibrido culturale, calabro-lombardo proprio come lui.
Ragù di capra è quasi una satira sociale, un mix tra giallo e ironia e, al contempo, una narrazione aulica che, descrivendo una Calabria “calda e bruciata dal sole” è in grado di far venire nostalgia a chi è lontano e di farla apprezzare a chi non la conosce. Il protagonista Stefano Airaghi, degno figlio della Milano da bere anni ’80, di professione fa l’imprenditore.
Il suo piano è semplice, truffare la compagnia di assicurazione facendo finta di annegare, affondando il proprio yacht nel limpido Ionio calabrese con l’aiuto di Sammy Morabito, suo socio a Milano e nipote del capobastone locale. Il tutto si svolge nei paesaggi desolati e incantati della Locride, mutilati dalle case in perenne costruzione. E’ qui, dove il suo socio gli ha trovato appoggio e credenziali, che Stefano dovrà attendere il consistente premio. Ma i tempi per la riscossione dei soldi sono più lunghi del previsto e il padano doc, non sa stare con le mani in mano, come quei “pirla” calabresi di cui si fa beffa.
Quando viene a sapere che sott’acqua si nasconde un tesoro, decide di fondare una propria ‘ndrina con un manipolo di giovani disoccupati della zona per organizzare il rischioso recupero in barba ai malacarne locali. Qui cominciano i guai. I morti ci saranno davvero e, pian piano, rimarrà da solo, calato ormai in quelle sonnolenti atmosfere della ionica, ingrassato a causa dei pranzi lunghi fino al pomeriggio, conquistato da quella calabresità prosperosa che cercava di respingere.
Così Airaghi precipiterà in una caduta inarrestabile, castigato per la sua tracotanza, per aver sottovalutato la logica ndranghetista che, seppur ammantata di modernità, mantiene i suoi codici ancestrali distinguendo ancora gli ommini, gli omminicchi e i quaquaraqquà. Airaghi non fa sicuramente parte della prima categoria. E alla ‘ndrina della Locride questo basta per tagliarlo fuori.
RAGÙ DI CAPRA di Gianfrancesco Turano – Dario Flaccovio Editore
Questo post é stato letto 29140 volte!