DOMENICA 9 GENNAIO 2011- BATTESIMO DEL SIGNORE – ANNO A

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domenica battesimo

di Don Giovanni Zampaglione

“Appena battezzato, Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui”.
+ Vangelo Matteo 3,13-17

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore.
MEDITAZIONE
Anche oggi, la Chiesa celebra una “epifania”, in quei “cieli aperti” su Gesù di Nazareth, che riceve da Giovanni il battesimo, mentre, una ” voce dal cielo” dice «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto», ed è, questa, l’identità vera di quel Gesù, che tutti conoscevano come il figlio del carpentiere. Con la celebrazione di questo evento della vita del Cristo, nel quale ci è rivelata la sua divinità, si conclude il tempo del Natale, ed inizia il tempo ordinario, quel lungo tempo della nostra quotidianità, ricca della speranza accesa dal Figlio di Dio, e feconda di opere, che rispecchiano la fede in Lui.

Un tempo, quello che chiamiamo ” Ordinario”, in cui, sempre più consapevoli della nostra appartenenza a Cristo, appartenenza che ci viene dal battesimo, ci impegniamo, con la grazia dello Spirito, a render visibile la continua presenza del Signore nella Storia. È consolante, in questa domenica, dedicata alla celebrazione del Battesimo di Gesù, contemplare, attraverso il racconto di Matteo, il mistero del Figlio di Dio, che si confonde con i peccatori, per ricevere da Giovanni il “battesimo di penitenza”, Lui, che di purificazione, non aveva bisogno; ” Cristo Gesù, scrive Paolo, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua eguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini.” (Filippesi.2,6-7) Un evento grande, dunque, questo del battesimo di Gesù, perché è segno della sconfinata sollecitudine di Dio verso ogni uomo che, immergendosi con Cristo nelle acque purificatrici, con Lui riemerge, non più servo, ma figlio. Scrive San Gregorio di Nazianzo: ” Gesù sale dalle acque e porta con sé, in alto, tutto il cosmo” (dai Discorsi); non solo l’uomo, dunque, ma tutta la creazione, nel Battesimo del Signore Gesù, è fatta nuova, per la potenza dello Spirito. Ecco perché ogni uomo, deve accogliere questo dono di grazia, con tutta la capacità del suo essere, tenendolo vivo nella mente con l’approfondimento della fede, e, ancor più, nel cuore, per attingere da questo sacramento la forza, che ispira le scelte fondamentali della vita, le quali testimoniano, nel quotidiano, l’ appartenenza a Cristo. In questo modo, la celebrazione del Battesimo di Gesù, diventa occasione preziosa per ripensare, e in certo senso, celebrare nuovamente il nostro battesimo; quell’evento, ormai lontano nel tempo, e che ha deciso della nostra identità più profonda: esser figli di Dio. È bello, ed esaltante, pensare che, anche su di noi, un giorno si sono aperti i cieli e Dio ci ha accolti definitivamente, come figli; per cui, la nostra relazione con Lui non è più improntata a timore servile, ma all’amore riconoscente verso quel Padre, la cui tenerezza supera ogni misura umana.
Il giorno in cui siamo riemersi dalle acque del battesimo, eravamo ancora inconsapevoli di quanto esso avrebbe operato in noi, ma, col tempo, abbiamo preso coscienza e abbiamo fatto nostre quelle promesse, che altri avevano fatto in nome nostro, e abbiamo assunto l’impegno di rinunciare a tutto ciò che divide da Dio, alla seduzione del male, per impegnarci a crescere nella fede nel Padre, nel Figlio Gesù, nello Spirito Santo e nella Chiesa, nostra madre, e sacramento di salvezza nella quale formiamo un solo corpo col Cristo. Nel Vangelo di questa domenica, una narrazione breve e lineare, ritroviamo questi due elementi fondamentali: la rinuncia e la fede; il battesimo di Giovanni, infatti, era un battesimo di penitenza, e l’acqua del Giordano, un segno di purificazione; ma, quando in quelle stesse acque, scese il Cristo, esse, furono come trasformate dalla potenza dello Spirito, che scendeva su di Lui, e i cieli si aprirono perché agli uomini giungesse la luce della Verità, ed essi conoscessero e credessero nel Figlio di Dio, il Redentore. Il Battesimo di Cristo e il nostro Battesimo, sono dunque, il luogo in cui nasce la nostra fede, non atteggiamento mentale, ma una energia che trasforma dalle profondità dell’essere, e determina, poi, tutto uno stile di vita, che ricalca le orme del Signore Gesù. Di Lui Isaia aveva parlato nei secoli antichi, indicandolo come il “Servo di Jahwé”, sostenuto dallo Spirito, colui che avrebbe ristabilito, in modo nuovo, la giustizia sulla terra, senza violenza, ma con l’amore che genera unità e pace. «Non griderà, scrive il Profeta, né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza; non verrà meno, e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole. Io il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.”In queste poche righe, è già indicato il ministero del Cristo, che Luca, per bocca di Pietro, così sintetizza nel passo degli Atti: “Gesù di Nazareth, passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui”. “Grande è il mistero di questo giorno, canta la liturgia, nel Giordano, il Creatore del mondo, ha lavato i nostri peccati”; con Cristo, in quel fiume, che ha attraversato tutta la Storia di Israele, e, misteriosamente, attraversa ancora la nostra storia, siamo scesi tutti noi, uomini e donne destinatari della salvezza, e siamo risaliti dalle acque, rinnovati radicalmente per la potenza dello Spirito, lo Spirito, infatti, è la novità portata dal Figlio di Dio, che fa nuova ogni cosa, che benefica l’umanità e tutto il Creato. Col Battesimo di Gesù, l’acqua, elemento fondamentale della vita, diventa segno attraverso il quale l’uomo è rigenerato e partecipa della stessa vita divina, perché in Cristo, giunge a lui la grazia dell’adozione a figlio. Un segno, questo dell’acqua, che entrerà nella missione della Chiesa, erede del mandato degli Apostoli, ai quali il Signore risorto aveva detto: “andate, dunque, ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” ( Matteo. 29,19). Un segno che ci accompagna nella vita, e ci consente di essere luce, per chi ancora è lontano dal Cristo Figlio di Dio, l’unico Salvatore, che ha dato all’uomo un futuro di speranza, e una prospettiva di felicità piena, che, niente potrà mai distruggere. Amen

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Author: Francesco Iriti

Storico Direttore di www.ntacalabria.it, ed ideatore insieme a Nino Pansera della testata ntacalabria.it, E' giornalista pubblicista dal 2008. Vive in Irlanda da circa 10 anni come Digital Marketing Manager, ma porta avanti il giornale con l'aiuto di vari collaboratori che hanno sposato il progetto di Ntacalabria.

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