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di Giuseppe Condello
Erano gli anni settanta
E ancora nel paese
Le matriarcali donne
Dalla tempra forte
E dai seni di denso solare,
Braccia allenate agli impasti
Per il pane dei giorni
E figlie da maritare
Al buon giovanotto lavoratore,
Tutto questo era ancora il paese,
Il mio paese negli anni settanta.
E intanto crescevano in benessere
Le famiglie, si acquistavano suoli
Per fabbricarvi su di essi le case
Dei figli maschi;
Gente di antica stirpe bracciantile
Votata al lavoro duro in emigrazione
Perenne.
E intanto i calanchi si intristivano
E rimaneva poesia pur sempre
Il paesaggio di metafisico lunare
Degno parallelo con la terra santa.
Negli anni settanta si pensava all’avvenire
E queste donne di età adulta, maritate
Nella maggior parte dei casi per buon
Vicinato,
Erano in assenza dei mariti le contabili
Ed economiste delle loro famiglie
E rendicontavano le cose fatte o da fare
Da far trovare pronte al padre di famiglia
Che tornava.
Ma oggi nel paese post-moderno di Calabria
Rimangono molte case vuote, altre non finite
Esternamente e hai il senso di uno svuotamento
Avvenuto fin nelle viscere delle donne matriarcali
Cutresi;
Hai anche il senso di un paese incompiuto
Che alla fin fine sono pur sempre raggi di luce solare
A donare amore a quelle poche antiche pietre
Silenziosamente rimaste.
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