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di Pietro Pancamo
S’alza al mattino
un fumo di tigri
dalle iridi aperte,
in campagna;
un’espressione grinzosa
rimbocca la faccia
dei contadini.
E mentre il fiume
s’accalca ai loro piedi,
si spulciano gli occhi
scrupolosamente
trovandovi affogate
zampette di ragno.
Io invece,
montanaro del cuore che batte,
m’inerpico per un letto castano
di mie pietruzze in salita.
Poi, di sera,
– tornando a zonzo verso casa –
sembro un fantasma nero che,
appuntito come un ago,
viaggi sui trampoli del buio.
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