Parole Dialettali Calabresi, Appuntamento numero 14. Nuovi Significati

Parole Dialettali Calabresi

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Quattordicesimo appuntamento con la nostra rubrica di Parole Dialettali Calabresi con una piccola spiegazione del loro significato.

Sono convinto che un popolo muore se dimentica il suo linguaggio.

Questo è un angolo del web dove ognuno potra’ condividere le parole che ricorda o di cui vuole sapere il significato e non ha assolutamente valore di certezza assoluta in quanto non è fatto da professionisti in materia.

Per questo motivo eventuali errori, significati troncati e suggerimenti sono ben graditi.

Il nostro invito é rivolto a tutti gli appassionati che ci leggono, esperti o meno.

7 NUOVE PAROLE DIALETTALI CALABRESI

  • BUCCULARU: questa parola nella maggior parte dei casi viene detta per intendere il guanciale del maiale, un salume molto invitante e abbastanza grasso. E’ l’adipe che si trova al di sotto della mascella sia degli animali che degli umani, anche detto pappagorgia;
  • FADDALI o VANTALI: sarebbe il grembiule vantali forse è usato per quel fenomeno di modificazione che segue il linguaggio, a mio modesto parere, con il passare del tempo in alcune località ;
  • GNURI: questa parola ha un significato particolare. E’ letteralmente SIGNORE ma può essere utilizzata anche per sarcasmo o per massimo rispetto. Ad esempio gnuri/gnura come padrone/a di casa, o gnuri come persona che vive comodamente senza bisogno di lavorare perché altri lavorano per lui/lei o persona che vive atteggiandosi per apparire per ciò che non è;
  • JIACCA: questa parola potrebbe forse scriversi con l’H davanti. La particolarità è la pronuncia che si esprime con una specie di “sc”. La traduzione sarebbe fessura, crepa, spacca azione di rottura ad esempio la frase “u me cori si jaccau comu a na rama i bergamottara” modo di dire letteralmente “il mio cuore si è spezzato come un ramo d’albero di bergamotto”, per indicare che è così tanto l’amore che si prova che il cuore si è spezzato come quando si spezza un ramo di albero di bergamotto;
  • MMENDULA: sarebbe la mandorla e MMENDULARA appunto l’albero delle mandorle;
  • MORTICINU: sarebbe la carne degli animali vaccini ovini o suini che muoiono a seguito di malattia, purtroppo poi viene venduta contravvenendo la legge e ponendo grossi rischi per chi la consumerà;
  • PERSICA o perzica è la pesca. Una strofetta dice “ quandu viditi persica ciangiti pirchì su l’urtimi frutti di la stati” quando vedete che è matura la pesca piangete perchè significa che presto finirà l’estate.

(tratto da G. Salvatore)

Parliamo di ortaggi. In estate si coltivano prevalentemente le patate (i spunta), fagioli borlotti (i palu), fagioli teneri (vajaneddi), usati per minestrone o per la giardiniera nde bocci o buccacci(nei contenitori di vetro).

PAROLE DIALETTALI CALABRESI, TREDICESIMO APPUNTAMENTO. NUOVI SIGNIFICATI

INDOVINELLO

(VARIE VERSIONI)

Sugnu nt’ha nu jaddu palazzu, cadu nterra e m’ammazzu, me mamma mi vidi e si menti a ridiri:
(sto in alto – un alto palazzo – cado per terra e mi ammazzo, mia mamma mi vede e si mette a ridere – cadendo si apre –ride – esce la CASTAGNA

Naturalmente ogni consiglio e suggerimento su questo lavoro e’ sempre ben accetto.

La decisione di creare un piccolo spazio su Ntacalabria dedicato alle Parole Dialettali Calabresi nasce dall’esigenza di molte persone, soprattutto calabresi emigrati fuori dai confini regionali, di rimanere ancorati alla loro “casa” attraverso la lingua.

Alcune delle parole di oggi sono tratte da Giovan Battista Marzano.

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Author: Ivano Verduci