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Riceviamo e Pubblichiamo
dalla poetessa Virginia Iacopino
IL TRIO MAZZINI,CAVOUR E GARIBALDI NELLA SCACCHIERA DELLE GUERRE CIVILI DA LORO PROVOCATE PER DISTRUGGERE IL MEZZOGIORNO FURONO I PRINCIPALI PROTAGONISTI DELLO SQUILIBRIO DELLO SCISMA TRA NORD E SUD
L’Unità d’Italia non avvenne ne per la mazziniana fratellanza morale-religiosa tra gli individui, ne per le mire garibaldine di combattere a modo suo,violentemente,ogni forma di ingiustizia,di disuguaglianza;ma l’unità aVvenne per il “piemontisismo” di Cavour che,consapevole dell’immaturità del popolo analfabeta,comprendendo anche la dinamica storica,intuì che bisognava vincere il municipalismo per creare uno stato forte piemontese internazionalmente riconosciuto necessario per potersi inserire nel circuito economico europeo.Egli era massone seguace del liberalismo economico-politico insincero,giocatore d’azzardo,abile realista,mise in atto questi suoi giochi nella diplomazia politica militare.
Non credeva nella riuscita dell’impresa garibaldina per cui,astutamente conservò l’alleanza con la Francia che difendeva anche gli interessi dello stato pontificio tanto da mantenere le proprie truppe in difesa di esso.Cavour si appoggiò ai conservatori napoletani quindi cercò con sabotaggi segreti di ostacolare l’invasione della spedizione dei mille.Non credeva che si potesse verificare l’insurrezione dei siciliani e dei calabresi visto i precedenti fallimenti dei moti per la guerra d’indipendenza,ma per non contraddire il suo finto sentimento nazionale recitò bene il suo doppio gioco. Promise di concedere autonomia e decentramento del regno delle due Sicilie,promise a Garibaldi di nominarlo vicerè del mezzogiorno se si fosse verificata l’unità della monarchia sabauda con quella del Regno delle due Sicilie.
Cavour considerava Garibaldi,come effettivamente era:rozzo,impostore,capace di tradire la monarchia sabauda. E mentre Garibaldi tentava la sua conquista del mezzogiorno,a Torino segretamente Cavour cercava di fare alleanza tra i Savoia e i Borboni contro cui le camicie rosse stavano combattendo.Dal canto suo il frasncese nizzardo considerava Cavour suo nemico.
Il trionfo della spedizione garibaldina preoccupò Cavour, preoccupò Salvemini perchè quella di Garibaldi non doveva essere considerata una rivoluzione ma un violento movimento che distrusse il regime politicamente,per i tempi,legittimo e lo sostituì con un altro completamente opposto alla cultura morale-economica meridionale.
Il governo monarchico borbonico si reggeva su una politica paternalista buonista patriarcale. Basso era il prezzo degli alimenti,non si esportava grano e nella povertà tutti potevano mangiare pane di grano duro saporitissimo,cipolle,formaggio caprino,ulive e sarde salate, le tasse erano quasi inesistenti.L’invasione del generale dei due mondi tolse ai terroni il probabile florido futuro;gli tolse il pane di bocca soprattutto alle genti dell’entroterra calabrese,siciliano e lucano che basavano la loro semplice economia rurale sula agricoltura,pastorizia,artigianato,coltivazione del lino,della canapa,della ginestra,dell’allevamento caprino,ovino,suino,pollame,del baco da seta,dell’apicoltura ecc. Napoli era tra le prime città d’Europa, competeva con le nazioni più sviluppate per coltura e raffinatezza.
L’eroe dei due mondi venne descritto come la figura importante del risorgimento ma non è proprio così. Non si avvertì nemmeno l’alito del vento risorgimentale.Lasciò in piedi una società conservatrice nelle mani degli sfruttatori borghesi che divennero più arroganti e più ricchi.Garibaldi con la sua banda di avventurieri a servizio della proprietà terriera ostacolò l’occupazione delle terre e delle proteste contadine volte ad ottenere diritti di accesso sulle terre demaniali. Garibaldi rispose con fucilate massacrando i contadini,i braccianti e gli artigiani in rivolta (strage di Bronte).
Verso la fuga in Aspromonte le colonne garibaldine giunsero alla periferia di Melito Porto Salvo, catturarono e portarono con loro,come prigioniero, l’arciprete di San Lorenzo Bruno Jacopino,sacerdote di distinto attaccamento al governo borbonico personalmente aiutato da Ferdinando II che gli elargiva aiuti che egli amministrava con intelligenza e grande cristiana umanità a favore degli sfruttati.Si prodigava affinchè la situazione calabrese migliorasse sotto tutti gli aspetti senza violenza.Si seppe che fu trucidato nei boschi dell’Aspromonte.
La vita follemente spregiudicata oltre l’inverosimile umano è lunga e intessuta di sangue innocente.Credo che la sua anima non possa trovare pace in nessun mausoleo del mondo dall’Argentina a Melito Porto Salvo. Garibaldi a un certo punto si convinse che la sua ciurma doveva indossare una divisa.L’occasione non gli mancò. Una fabbrica di Montevideo che confezionava grembiuli rossi per macellai argentini, fallì. Garibaldi approfittò di questa occasione per avere tutta la partita di stoffa rimasta destinata al macero.
Dedicata a Bigia (giumenta di Garibaldi) Bigia la pace e la libertà vera amasti, a giuba rossa disubbidisti. Cader facesti dalla tua groppa tutti i fucili che trasportavi. Senza redini velocemente sparisti. Brava Bigia, ti voglio bene ti mando un bacio d’amore. Anch’io non amo, per nessuna ragione,vedere imbracciar fucili.
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Gentilissima sign. Iacopino ,volevo esternarle tutta la mia gratitudine per la schietta e sobria analisi , sul suo articolo ” scisma tra nord e sud” l’eterno dibattito sulla questione meridionale che sembra non aver mai fine., qualche anno fà ho fatto una recensione( Traendo spunto da un articolo comparso su un bimestrale di cultura e arte , Alla bottega , anno xv||| N. 3 maggio-giugno 1980 sul quale ho scritto qualcosa) su un nostro concittadino,Fortunato Seminara , lo scrittore di Maropati, il quale è stato considerato il padre del neorealismo ,nel 1934 scrive, Le baracche, un libro in aperta collisione con il regime fascista che gli procura un sacco di guai.
perchè ho voluto citare questo personaggio?,perche la più grande disgrazia che il sud abbia mai avuto è stata quella di aver subito il tradimento di Cavour, Mazzini,e Garibaldi. Lo scrittore D:Mack Smith nel suo libro “Da Cavour a Mussolini ” Ne descrive con un ampia documentazione gli eventi accaduti. Piangere sul latte versato ,Dicono, serve a poco, ma speriamo almeno di aver imparato qualcosa.
Foti Francesco